Il Consiglio Italiano per i Rifugiati: "Uscire da emergenza e precarietà e rispettare gli obblighi internazionali". Da una legge organica al programma nazionale di integrazione, ecco cosa serve
15 febbraio 2013- Il Consiglio Italiano per i Rifugiati ha inviato ieri un appello a tutte le formazioni politiche presenti in campagna elettorale chiedendo una profonda riforma del sistema del diritto di asilo e dell’accoglienza dei rifugiati in Italia, da inserire nei loro programmi e nel calendario del futuro Parlamento e futuro Governo.
Una nuova politica, sottolinea il Presidente del CIR Savino Pezzotta, "è necessaria tanto per uscire da una perenne emergenza e precarietà nella quale vivono richiedenti asilo e rifugiati in Italia, quanto per rispettare gli obblighi internazionali stabiliti dall’UE nel sistema comune europeo di asilo". La riforma dovrebbe articolarsi in sei punti:
– Una Legge Organica o un Testo Unico della legislazione in materia di rifugiati con esplicito riferimento all’Articolo 10 della Costituzione, che includa il recepimento delle nuove Direttive UE in materia di accoglienza , di qualifiche per la protezione internazionale e di procedura di asilo, nonché norme sul ricongiungimento familiare.
– Garantire l’accesso alla protezione tanto presso le frontiere quanto in forma sperimentale in Paesi terzi presso le rappresentanze diplomatiche per aprire canali di arrivo sicuri, legali e protetti alle persone bisognose di protezione internazionale. L’Italia dovrebbe, inoltre, aderire al Programma Comune Europeo di Reinsediamento di rifugiati;
– Garantire un unico e coerente sistema di accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati dalla prima presa in carico verso l’integrazione di chi ha ottenuto uno status di protezione. Tale sistema dovrà avere una cabina di regia centrale e rafforzare ulteriormente il coinvolgimento delle Regioni, degli Enti Locali e delle organizzazioni del privato sociale;
– Istituire un programma nazionale di integrazione al quale confluiscano in modo organico anche i vari fondi europei;
– Promuovere programmi realistici di rimpatrio volontario assistito e di reintegrazione nei Paesi di origine e assicurare capillare informazione su tali programmi;
– Riformare la gestione complessiva di tutti gli aspetti attinenti alla vita del rifugiato anche valutando l'ipotesi di costituire un’Agenzia seguendo il modello di alcuni altri Stati europei