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Il datore ha detto “no”, ma verrà regolarizzata

Vertenza pilota per una badante di Brescia. Il giudice ordina alla sua assistita di presentare la domanda

Roma – 30 settembre 2009 – Quando ha chiesto di essere regolarizzata è stata licenziata. Fino a qualche giorno fa Maria, una venticinquenne salvadoregna che vive a Brescia, condivideva il destino di tante altre colf e badanti che si sono viste dire “no” dai datori di lavoro.

Poi, la svolta. Il 25 settembre un giudice del lavoro di Brescia ha stabilito che quel licenziamento è stato discriminatorio e ha obbligato datore di lavoro a riassumerla, a pagarle gli arretrati e a presentare per lei la domanda di regolarizzazione.

L’ordinanza firmata dal giudice Ignazio Onni farà discutere. Questa potrebbe infatti diventare una vertenza pilota, in grado di dare una traccia e una speranza al popolo della regolarizzazione negata, e forse di smuovere, in questi ultime ore utili, i datori di lavoro che esitano a presentare la domanda.

Maria (il nome è di fantasia) lavorava dallo  scorso gennaio a tempo pieno come badante per un’anziana non autosufficiente. Aveva quindi tutti i requisiti per rientrare nella regolarizzazione, ma l’anziana e suo figlio non hanno voluto presentare la domanda e, di fronte alla sua insistenza, le hanno detto di non tornare più a lavorare. La donna si è  quindi rivolta alla Cgil che  l’ha aiutata ad aprire una vertenza.

“In realtà questa è l’unica vertenza aperta da chi si è rivolto a noi per un caso simile, eppure i lavoratori stranieri ai quali è stata negata la regolarizzazione sono tanti” racconta Ibrahim Diallo, dell’ufficio immigrati della Cgil di Brescia.  Altri arriveranno probabilmente nei prossimi giorni, quando capiranno di essere stati presi in giro: “Alcuni datori dicono che hanno fatto al domanda, ma poi non fanno vedere la ricevuta…”

A fermare però le vertenze è la paura di un’espulsione. “Chi viene nei nostri uffici – spiega Diallo  – ci chiede se, denunciando il datore di lavoro, avrà un permesso di soggiorno. Ma questo, non lo possiamo garantire, sarà il giudice a decidere, noi possiamo solo supportarlo in una vertenza. Se il datore si rifiuta di regolarizzare, il lavoratore straniero si trova comunque in una situazione molto dura”.

L’ordinanza del giudice di Brescia

Elvio Pasca

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