Roma, 21 settembre 2023 – Il primo Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR) sarà aperto a Ventimiglia, ma il governo italiano sta lavorando duramente per individuare ulteriori strutture (12/13) in tutto il paese per affrontare il problema dell’immigrazione irregolare. Questi centri saranno utilizzati per contenere e gestire il fenomeno dell’immigrazione clandestina.
La decisione di aprire un CPR a Ventimiglia è stata presa in risposta a una richiesta del sindaco Flavio Di Muro, e il responsabile del Ministero dell’Interno ha annunciato che la città al confine con la Francia è uno dei luoghi di attenzione prioritaria per la realizzazione di una di queste strutture.
Le autorità stanno esaminando una serie di opzioni, compreso il vasto patrimonio immobiliare del Ministero della Difesa e quello civile, per individuare edifici idonei a diventare CPR. Queste strutture saranno affiancate ai nove CPR già esistenti, che diventeranno dieci una volta che il CPR di Torino sarà ristrutturato.
L’obiettivo è individuare edifici lontani dai centri urbani, perimetrabili e facilmente controllabili, preferibilmente vicini a un aeroporto per agevolare i rimpatri rapidi. Il governo sostiene che il 90% di coloro che arrivano in Italia in modo irregolare alla fine del processo di valutazione risulta privo del diritto a forme di protezione.
Tuttavia, il governo dovrà affrontare numerose sfide, tra cui il numero crescente di arrivi irregolari (oltre 132.000 da gennaio), la presenza di oltre 141.000 persone nei centri di accoglienza e la mancanza di accordi bilaterali per i rimpatri con alcune delle nazioni di origine dei migranti.
Tra le ipotesi per i nuovi CPR ci sono soluzioni già prese in considerazione in passato, che tuttavia avevano suscitato polemiche e proteste. Questi includono luoghi come Pescia, Coltano e Prato in Toscana, province di Modena e Bologna in Emilia Romagna, oltre a diverse altre località in varie regioni italiane.
Il governo si sta preparando a utilizzare procedure di “somma urgenza e di protezione civile” per la realizzazione dei CPR, come previsto dal nuovo Codice degli Appalti. Sebbene ci siano previste resistenze sul territorio, il governo italiano sta cercando soluzioni condivise con le Regioni ed enti locali, ma è deciso a respingere veti immotivati al fine di attuare il suo piano.