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Il Mediterraneo continua a essere un cimitero: oltre 2.000 morti nel 2023

Roma, 19 dicembre 2023 – La tragedia dei migranti nel Mediterraneo continua a segnare il 2023, con il naufragio di sabato scorso che ha causato la morte di 61 persone e riacceso il dibattito sulle politiche migratorie europee. Gli ultimi dati, forniti da Medici senza frontiere, tra l’altro, evidenziano un aumento del 60% nei decessi rispetto agli anni precedenti, con oltre 2.000 vittime dall’inizio dell’anno.

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Migranti, i dati di Medici senza frontiere sui decessi in mare

L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) sottolinea che nel solo Mediterraneo centrale sono morte oltre 2.271 persone nel corso del 2023, con un netto aumento rispetto all’anno precedente. Per questo le Ong come Medici senza frontiere esprimono la propria indignazione, definendo inaccettabile che l’Unione europea scelga di proteggere i confini piuttosto che la vita delle persone. Le stesse Ong, poi, denunciano la chiusura delle vie di ingresso legale, gli accordi con autorità che non garantiscono un’efficace attività di ricerca e salvataggio, e la pratica di respingere le navi del soccorso civile, imponendo porti di sbarco sempre più lontani. La situazione è particolarmente critica in Italia e Malta, dove le leggi ostacolano il lavoro delle organizzazioni non governative e assegnano porti sempre più distanti.

Il naufragio di sabato scorso, denominato “Cutro” in riferimento al decreto adottato dal governo italiano, ha suscitato comunque nuove polemiche sulla gestione delle emergenze e sulla mancanza di azioni concrete per prevenire tali tragedie. E sebbene il presidente della Commissione Europea abbia espresso il proprio cordoglio per le vite perse, la Commissione non ha fornito commenti specifici sull’ultimo naufragio. Per quanto riguarda l’Italia, invece, la polemica si è intensificata con la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, che accusa il governo di non aver imparato nulla dalla tragedia di Cutro e di ostacolare le operazioni di ricerca e soccorso in mare.

Mentre si conferma la necessità di un’azione condivisa, le Ong chiedono la creazione di una banca dati europea sui migranti morti, e il dibattito politico si intensifica sulle responsabilità e sulle soluzioni necessarie per evitare ulteriori tragedie nel Mediterraneo.

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