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Il mito dell'”assedio migratorio” in Italia: 430 mila arrivi contro 652 mila partenze tra il 2020 e il 2024

Roma, 18 marzo 2025 – Secondo il Rapporto Italiani nel Mondo 2024, presentato per la prima volta a New York dalla Fondazione Migrantes, l’Italia ha registrato una perdita di circa 652 mila residenti tra il 2020 e il 2024, mentre gli italiani residenti all’estero hanno superato i 6 milioni. Nello stesso periodo, secondo dati del ministero dell’Interno, gli sbarchi di migranti in Italia hanno superato di poco le 430 mila persone, un dato che contraddice le narrative dell'”assedio migratorio” spesso diffuse.

Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, commentando il rapporto, ha sottolineato l’importanza di non deumanizzare il fenomeno migratorio, ricordando che dietro ogni migrante ci sono persone reali con speranze e desideri. Manfredonia ha anche rimarcato la necessità di una gestione umana e responsabile della migrazione, basata sull’accoglienza e l’integrazione con diritti e doveri ben definiti.

Durante la presentazione, Manfredonia ha evocato il modello europeo di pace e convivenza come esempio di integrazione e sviluppo sociale, esortando gli italiani all’estero a partecipare attivamente alla vita politica e sociale italiana. Delfina Licata, curatrice del rapporto, ha evidenziato l’importanza di trasformare la migrazione da fenomeno unidirezionale a circolare, puntando su strategie culturali e sociali che valorizzino partenze e ritorni come occasioni di arricchimento reciproco.

La questione della cittadinanza è stata affrontata da Matteo Bracciali, membro della commissione scientifica del rapporto, il quale ha sottolineato la necessità urgente di una riforma della legge sulla cittadinanza, ormai superata, per rispondere alle esigenze delle nuove generazioni nate e cresciute in Italia.

La giornata di presentazione, preceduta da una celebrazione religiosa, ha coinvolto diverse personalità istituzionali e della società civile, sottolineando l’importanza di investire nella cultura dei diritti sociali e nella memoria storica della migrazione italiana come fondamento per costruire un futuro di mobilità e inclusione sociale.

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