Mozione alla Camera contro il lavoro nero. “Serve un Piano nazionale per le politiche di integrazione”
Roma – 8 aprile 2010 – Dare un permesso a chi denuncia i suoi sfruttatori ma anche, caso per caso, a chi è da anni in Italia, si è integrato ed è ancora clandestino. Intervenire su permessi di soggiorno e flussi di ingresso, promuovere un Piano nazionale per le politiche di integrazione.
Lo chiede al governo il partito Democratico, con una mozione promossa da Livia Turco in discussione oggi alla Camera. Un testo che parte dai fatti di Rosarno per denunciare la vastità della piaga del sommerso in Italia, con 700mila lavoratori irregolari “conseguenza della legge Bossi-Fini e delle politiche governative di chiusura degli ingressi regolari per lavoro”.
Il Pd chiede di recepire la direttiva europea che inasprisce le sanzioni per chi sfrutta lavoratori irregolari, dare un permesso a chi denuncia e avviare una regolarizzazione tra i lavoatori agricoli. Contro il sommerso si dovrebbero poi prevedere “regolarizzazioni ad personam” per “coloro che sono dimoranti nel nostro paese da molti anni e che abbiano dimostrato una buona integrazione”.
La mozione impegna poi il governo a ridurre i tempi per il rinnovo del permesso di soggiorno, e a prolungare la durata del permesso “in particolar modo in caso di perdita del lavoro”, estendendo agli immigrati gli ammortizzatori sociali previsti per gli italiani. Sul fronte dei flussi, si chiede una programmazione pluriennale, con quote flessibili individuate da un’agenzia tecnica in base alle reali esigenze del mercato del lavoro.
Insieme alle “regioni, gli enti locali, le forze economiche e sociali, il volontariato e l’associazionismo” si dovrebbe poi avviare un “Piano nazionale per le politiche di integrazione”. Questo dovrebbe avere tra le priorità il contrasto del degrado urbano e del disagio abitativo, l’educazione interculturale e i corsi di italiano, l’accesso ai servizi sociali e sanitari, il potenziamento della mediazione culturale e tempi certi per il rinnovo dei permessi di soggiorno.
Elvio Pasca