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Il prefetto Morcone: “Su stato d’emergenza nulla di cui indignarsi”

"E’ una misura già adottata dal 2002 al 2007" Roma, 26 luglio 2008 – "Parlano tutti senza sapere di che cosa si tratta. Prima di lanciare accuse cosi’ pesanti forse sarebbe stato opportuno informarsi. Se invece questa polemica appartiene soltanto al dibattito politico, io come prefetto non partecipo".

Lo afferma il capo Dipartimento delle liberta’ civili e l’immigrazione, prefetto Mario Morcone, rispondendo alle polemiche suscitate dalla decisione del Consiglio dei ministri estendere a tutto il territorio nazionale lo stato di emergenza per gestire l’immigrazione clandestina.

"Quando si affrontano le disgrazie della gente – prosegue Morcone – bisognerebbe essere piu’ attenti e responsabili anziche’ sollevare conflitti che appaiono finalizzati ad alimentare lo scontro tra fazioni opposte, oppure bisognava indignarsi anche quando ordinanze analoghe sono state firmate per i campioni del ciclismo, le Olimpiadi invernali, le costruzione della cittadella del nuoto".

"Non c’e’ nulla di cui stupirsi e niente su cui indignarsi – continua Morcone – perche’ dal 2002 al 2007 abbiamo sempre adottato questo tipo di provvedimento. Nel 2008, visto che le condizioni dell’accoglienza erano migliorate, abbiamo deciso con il ministro Giuliano Amato di ridurlo soltanto a Sicilia, Puglia e Calabria. I centri funzionavano bene, c’era un forte ricambio e dunque era sostenibile. Quest’anno non e’ cosi’, rischiamo il collasso del sistema ogni giorno".

Riguardo alla possibilita’ che le nuove norme in materia di immigrazione avrebbero dovuto essere un deterrente per chi decideva di venire in Italia, il prefetto sottolinea che "il deterrente potrebbe funzionare per l’immigrazione clandestina, ma posso dire che la maggior parte di queste persone proviene da zone di guerra o di forte conflittualita’ come la Somalia, l’Eritrea, l’Afghanistan e il Darfur. Si tratta di richiedenti asilo a cui dobbiamo garantire accoglienza fino alla decisione della commissione territoriale competente".

"L’ordinanza – spiega infine il prefetto – era necessaria per accelerare le procedure per l’affidamento dei servizi che i questo modo si fanno a trattativa diretta, ma soprattutto ad operare in deroga ai limiti previsti dalla Finanziaria in modo da poter disporre lo spostamento di somme nel bilancio".

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