“Impegno senza sosta contro i clan criminali, accordi con i Paesi di provenienza e tecnologia”
Roma, 17 febbraio 2012 – Accordi bilaterali con i Paesi di provenienza, aiuti e tecnologie per il contrasto del fenomeno fin dall’origine, progetti operativi e di formazione: il prefetto Rodolfo Ronconi, direttore centrale dell’immigrazione e Polizia delle frontiere, sintetizza cosi’ all’Adnkronos le strategie di prevenzione e contrasto dell’immigrazione clandestina, elencando i risultati della terza edizione della Conferenza euro-africana, promossa dalla direzione centrale dell’immigrazione e ospitata dal Polo Tuscolano del dipartimento della Pubblica sicurezza.
Nell’ambito del meeting di quest’anno, e’ stato inaugurato ieri il Centro nazionale di coordinamento per l’immigrazione ‘Roberto Iavarone’. ”Nella lotta alle organizzazioni criminali che sfruttano l’immigrazione clandestina – dice – c’eravamo, ci siamo e ci saremo ancora di piu’: i mercanti di vita umana devono sentire il fiato sul collo”. ”Il successo della terza Conferenza euro-africana -spiega Ronconi – e’ nella qualita’ dei lavori ma anche nel numero dei partecipanti: 37 delegazioni estere che vanno dalla Cina al Niger, oltre a 5 organizzazioni internazionali. Un confronto a tutto campo che ci fa guardare avanti verso nella direzione di una piu’ qualificata operativita’ del nostro contrasto all’immigrazione irregolare”.
”C’e’ stato un effetto trainante -aggiunge il prefetto- anche per il Centro di Coordinamento nazionale per il contrasto all’immigrazione clandestina. Come hanno sottolineato i ministri Cancellieri e Riccardi, e il capo della Polizia Manganelli, l’Italia si e’ dotata di questo strumento tra i primi tre Paesi in Europa”. Tra i risultati del confronto promosso dalla Conferenza euro-africana, Ronconi sottolinea il ”consolidamento dei rapporti che avevamo sta stabilito con Niger, Ghana, Nigeria, Egitto, Senegal, Algeria, Tunisia, Libia ed altri Stati, nonche’ Paesi europei tra i quali la Turchia, e con tutta una serie di polizie di paesi. Collaborazioni e sinergie d’azione -ribadisce il prefetto- che ora avranno nuovi sviluppi in termini di maggiore coordinamento ed efficienza degli interventi”.
”Siamo quelli – rimarca Ronconi – che hanno un collegamento tecnologico e informatico di gran lunga superiore agli altri”, tanto che ieri l’ambasciatore di Francia in Italia, ha chiesto allo stesso prefetto Ronconi di poter visitare il Centro di coordinamento, restando favorevolmente impressionato dall’efficienza della struttura. Infatti, fa notare Ronconi, ”otteniamo in tempi reali informazioni che vanno dall’agenzia spaziale, con rilevazioni satellitari, alle Capitanerie di Porto, Marina Militare, Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Carabinieri. Dati che vengono immediatamente elaborati e ridistribuiti a seconda della seconda della necessita’ e della tempestivita’ dell’intervento da mettere a segno”. Anche per Salvatore Guglielmino, direttore del servizio polizia delle frontiere e degli stranieri della Direzione centrale dell’immigrazione, l’appuntamento e’ stato l’occasione per ”rinnovare un patto con i Paesi africani di origine e transito dei flussi migratori, con l’obiettivo di bloccare l’immigrazione illegale”.
”Il bilancio e’ positivo – spiega – dal 2008 facciamo accordi bilaterali con Paesi della fascia sub-sahariana e della fascia africana mediterranea. La nostra linea d’azione e’ intervenire direttamente in questi Paesi per migliorare la loro conoscenza del fenomeno migrratorio e sviluppare tecniche operative all’avanguardia per il contrasto all’immigrazione illegale”. Un obiettivo, rimarca, che si raggiunge ”con iniziative tecniche tese a rafforzare la loro capacita’ operativa, ma anche fornendo loro mezzi e tecnologie e attraverso ufficiali di collegamento. La dotazione di barche e strumenti satellitari, permette loro di affrontare in maniera piu’ incisiva la lotta all’immigrazione clandestina. Il flusso di informazioni arriva al Centro di Coordinamento nazionale interforze in modo da intervenire prima che gli immigrati irregolari arrivino nelle nostre acque territoriali”.
L’offerta formativa messa a disposizione dei Paesi partner nel contrasto alla tratta di esseri umani, comprende ”corsi di formazione professionale che si tengono in Italia, presso le scuole della Polizia di Stato, per gli aspetti tecnici e investigativi di Polizia di frontiera. Ci affidiamo invece alla Guardia di Finanza e alla Capitaneria di Porto -spiega Guglielmino- per lo sviluppo degli aspetti nautici. Siamo un faro di conoscenza per questi Paesi. Un know-how che mettiamo in rete, operando in sinergia verso obiettivi comuni”. ”Una collaborazione -ricorda il dirigente- che e’ ormai consolidata e sta portando a ottimi risultati: e’ calato il flusso di clandestini sulle nostre coste ed e’ anche cresciuta la consapevolezza di questo fenomeno illegale, da parte dei Paesi d’origine o transito dell’immigrazione. Un’azione -tiene a precisare Guglielmino- resa possibile grazie all’input e alla determinazione del Capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli, supportato dalla Direzione centrale immigrazione della polizia delle frontiere”.
Tra i progetti operativi, Guglielmino ne ricorda in particolare uno, che si sta realizzando in Niger, ”teso da un lato a frenare l’immigrazione illegale verso l’Italia, dall’altro finalizzato a costruire opportunita’ di lavoro nel settore agricolo in terra nigeriana. Stiamo costruendo nella valle dell’Irazer delle aziende agricole presso le quali troveranno lavoro tutti gli immigrati, provenienti anche dal Ciad, che si trovano in quell’area che e’ una ‘grossa vena’ di flussi di passaggio di immigrati illegali verso l’Europa”. ”Solo attraverso lo sviluppo locale e la creazione di posti di lavoro in loco -conclude il direttore del servizio polizia delle frontiere- si potra’ convincere le persone a non prendere i gommoni trovando la morte in mare o finendo spesso nel tragico tunnel dello sfruttamento sessuale e del lavoro nero”.