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Il Senato respinge la richiesta di autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per le frasi rivolte a Carola Rackete

Roma, 29 giugno 2023 – Il Senato italiano ha votato contro la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, ex ministro dell’Interno e leader della Lega, per le frasi pronunciate nei confronti di Carola Rackete, comandante della nave Sea Watch 3, impegnata nel soccorso di migranti nel giugno 2019. L’Aula del Senato ha respinto la richiesta della Procura di Milano, che aveva accusato Salvini di diffamazione aggravata.

Nella votazione, 82 senatori, appartenenti alla coalizione di centrodestra composta da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, hanno votato contro l’autorizzazione a procedere. Dall’altra parte, 60 senatori, appartenenti al Partito Democratico, al Movimento 5 Stelle e ad altre forze di opposizione, hanno sostenuto la richiesta della magistratura. Cinque senatori si sono astenuti, tra cui il partito Italia Viva.

La decisione del Senato approva la relazione della Giunta delle immunità di Palazzo Madama, che si era espressa a fine febbraio 2023, ritenendo che le affermazioni di Salvini fossero insindacabili in quanto facenti parte delle sue funzioni ministeriali.

La questione riguarda le dichiarazioni di Salvini rivolte a Carola Rackete nel contesto dell’operazione di soccorso della Sea Watch 3. Durante l’episodio, la nave era rimasta in attesa al largo delle coste italiane con 53 migranti a bordo, in attesa di un porto sicuro dove sbarcare. Salvini, in qualità di ministro dell’Interno all’epoca, si oppose all’ingresso della nave in acque italiane e alle successive azioni di sbarco.

Le parole utilizzate da Salvini nel suo confronto con Rackete sono state al centro del dibattito. La decisione del Senato di respingere l’autorizzazione a procedere è stata basata sull’argomento che le affermazioni fatte da Salvini facevano parte del suo ruolo istituzionale e quindi erano coperte dall’immunità parlamentare.

La votazione del Senato ha suscitato diverse reazioni nella politica italiana. Mentre i sostenitori di Salvini hanno accolto la decisione come una vittoria, gli oppositori hanno criticato la mancata autorizzazione a procedere, sostenendo che ciò rappresenti un’ingerenza nella separazione dei poteri e nel corretto funzionamento del sistema giudiziario.

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