Roma, 27 marzo 2017 – “Parto da una considerazione di carattere generale sul fatto di aver emanato questa ordinanza. Il discorso lo capisco in linea di principio cioe’ la somministrazione di cibo e bevande soprattutto se avviene su larga scala ha indubbiamente dei risvolti igienico-sanitari e quindi comprendo che questa attivita’ vada regolamentata. Poi calata invece nella situazione concreta questa ordinanza ha un qualcosa di strumentale cioe’ di volere contenere latitudine alla solidarieta’ all’accoglienza, al supporto dato a queste persone in estrema difficolta’”.
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