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Il Viminale: “Alternativa dignitosa per i profughi del Salaam Palace”

Dopo la denuncia del New York Times, il ministero annuncia “un progetto di inclusione sociale”. Alemanno: “Con i tagli ai Comuni, la situazione si aggraverà”

Roma – 28 dicembre 2012 – Si troverà presto un”’alternativa dignitosa” per l’accoglienza delle centinaia di persone ammassate a Roma nel “Salaam Palace”, l’edificio scelto dal New York Times come simbolo del fallimento italiano nell’accoglienza dei rifugiati.

È la promessa del ministero dell’Interno, che ieri dopo la pubblicazione del reportage sul quotidiano statunitense ha diffuso una nota ricordando che “nell’edificio di via Cavagliere sono presenti diverse centinaia di persone di nazionalità prevalentemente eritrea, etiope, somala e sudanese. Nel mese di febbraio 2006, la Protezione civile del Comune di Roma ha accolto i primi rifugiati e richiedenti asilo che successivamente hanno occupato abusivamente l’intero immobile”.

“La struttura – aggiunge il Viminale – tuttora risulta occupata ed è autogestita dagli abitanti che sono richiedenti o titolari di protezione internazionale e titolari di protezione umanitaria. La possibilità di procedere allo sgombero dell’edificio è stata oggetto di numerose sedute del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, presiedute dal prefetto e con la presenza di rappresentanti del Comune di Roma”.

A breve, questa la promessa, “sarà avviato un tavolo per la definizione di un progetto di inclusione sociale, attraverso il coinvolgimento di tutte le istituzioni responsabili e del comitato di gestione della comunità dello stabile, composto da rappresentanti delle diverse etnie presenti, per individuare una soluzione alternativa a quella attuale che possa garantire condizioni dignitose a tutti i residenti”.

“Tutto il sistema dei rifugiati politici dovrebbe essere a carico dello Stato. Invece accade che vengono erogate risorse ai Comuni ma non sono assolutamente sufficienti per esaurire le liste d’attesa” commenta oggi su Repubblica il sindaco di Roma Gianni Alemanno.

“Lo Stato – aggiunge – dovrebbe accogliere i rifugiati solo nella misura in cui può erogare risorse per dare la prima assistenza”. “Con i tagli avuti sul sociale i Comuni non riusciranno più a dare quella assistenza supplementare che fino ad oggi hanno garantito  e quindi la situazione dall’anno prossimo rischia di aggravarsi”.
 

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