Roma, 7 mag. (Adnkronos/Adnkronos Salute) – A pochi giorni dal voto in Aula alla Camera dell’ultima parte del cosiddetto ‘pacchetto sicurezza’, le organizzazioni di tutela dei diritti esprimono in un documento "profonda preoccupazione" per i limiti ad alcuni diritti fondamentali degli immigrati, legati all’introduzione del reato di ingresso e soggiorno illegale previsto dell’articolo 21 del disegno di legge in discussione. Per questo, augurandosi che non si ricorra al voto di fiducia, si appellano ai parlamentari, chiedendo di stralciare l’articolo 21 o esprimere voto contrario. A firmare l’appello Amnesty International Italia, Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), Consiglio italiano per i rifugiati (Cir), Medici senza frontiere (Msf), Save the Children e Societa’ italiana di medicina delle migrazioni (Simm).
Infatti, stabilire che entrare o risiedere irregolarmente in Italia equivale a violare la legge penale "significa – spiegano le organizzazioni – rendere obbligatoria la denuncia del migrante che si trovi in tale situazione da parte di ogni pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio che ne venga a conoscenza", medici compresi. Le associazioni firmatarie sono quindi "fortemente preoccupate dal fatto che i migranti, per timore di essere denunciati con conseguenze di rilievo penale, sarebbero indotti a sottrarsi al contatto con tutti gli incaricati di pubblico servizio, in qualunque ambito, innescando un’allarmante situazione di compromissione dei diritti fondamentali".
E "il timore di avvicinarsi a ogni tipo di servizio pubblico escluderebbe dall’accesso all’assistenza e ai diritti soprattutto le fasce piu’ deboli della popolazione migrante, come le vittime di tratta, i minori e le altre persone vulnerabili".