‘NOSTRI DATI GIUSTI E DESUNTI DA ISTAT E MINISTERO INTERNI’
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Citta’ del Vaticano, 1 feb. – (Adnkronos) – Con una lettera
inviata al ”Corriere della Sera”, il portavoce della Conferenza
episcopale italiana, mons. Domenico Pompili, ribadisce che, in base ai
dati statistici disponibili, non si puo’ affermare che gli immigrati
commettano piu’ crimini degli italiani. Il responsabile comunicazioni
della Cei risponde infatti a un articolo di Giovanni Belardelli
apparso sabato scorso sul ”Corsera”, nel quale si criticava la
posizione espressa dal Segretario generale della Cei, mons. Mariano
Crociata, in risposta a quanto detto dal premier Silvio Berlusconi sul
nesso fra crescita della criminalita’ e presenza degli immigrati
clandestini. Era poi intervenuto il leghista Mario Borghezio
affermando che i dati sull’immigrazione li da’ il governo e non i
vescovi.
Mons. Crociata, spiega il portavoce della Cei, aveva fatto
riferimento al ”dossier statistico sull’Immigrazione che le
fondazioni Caritas-Migrantes da piu’ di vent’anni confezionano con un
corposo allegato di cifre, dati e tabelle tutte rigorosamente desunte
da fonti ufficiali, e cioe’ dall’Istat e dal ministero dell’Interno”.
”Sarebbe bastato leggere- prosegue il portavoce Cei – alla voce
‘stima del tasso di criminalita’ degli immigrati e degli stranieri’
per conoscere i dati sugli immigrati e non sui clandestini ed evitare
cosi’ di scatenare l’ennesima polemica su un bersaglio sbagliato”.
”Spiace rilevare – afferma don Pompili – che non si sia colta
l’occasione per condividere la preoccupazione di fondo che dovrebbe
essere da tutti condivisa, relativa alla necessita’ di rispettare
sempre e comunque la dignita’ di ogni persona, evitando pregiudizi e
generalizzazioni”. Negli ambienti Cei che seguono la questione
immigrati si sottolinea inoltre ”che e’ assai difficile censire i
clandestini, una contabilita’ sulla loro presenza e sui loro reati
resta molto difficile”.
(Fpe/Zn/Adnkronos)
01-FEB-10 13:18