AL CENTRO TRABELSI, IN UN PRIMO TEMPO ACCUSATO DI TERRORISMO
ADN0445 6 CRO 0 RTD CRO NAZ
Strasburgo, 13 apr. – (Adnkronos) – La Corte europea per i
diritti umani di Strasburgo ha condannato l’Italia al risarcimento per
un totale di 21.000 euro a un tunisino gia’ residente a Milano,
condannato in Italia per l’affiliazione a un gruppo fondamentalista
islamico, per la sua espulsione avvenuta il 13 dicembre 2008. L’uomo
e’ Mourad Trabelsi, 40 anni, residente in Italia dal 1986 con la
moglie, anch’essa tunisina, e tre figli nati in Italia.
Nel 2003 Trabelsi era stato arrestato con il sospetto di essere
legati a gruppi fondamentalisti islamici in Italia e di star tramando
azioni criminali, nonche’ per favoreggiamento dell’immigrazione
clandestina. Dopo una prima condanna del 15 luglio 2006 a Cremona a 10
anni di carcere con sentenza di espulsione a fine pena, la condanna e’
stata ridotta a 7 anni da Tribunale di Brescia che ha pero’ annullato
la parte relativa all’immigrazione clandestina. La sua pena era stata
poi ridotta di di circa 15 mesi. Dopo la sua espulsione in Tunisia,
contro Trabelsi e’ stata eseguita una condanna gia’ emessa in
contumacia a 10 anni per terrorismo.
La Corte di Strasburgo, il 18 novembre 2008, aveva chiesto
all’Italia di non procedere all’espulsione visti i rischi nel suo
paese di trattamenti contrari all’articolo 3 della Convenzione europea
sui diritti umani, e cioe’ quelli disumani o degradanti. L’Italia
aveva ignorato la richiesta, e si e’ dunque resa responsabile, secondo
i giudici di Strasburgo, di violazione dell’articolo 3.
"La Corte – si legge nel comunicato – considera
che siano stati mostrati sostanziali motivi per ritenere che il signor
Trabelsi rischiava seriamente di essere sottoposto in Tunisia a
trattamenti contrari all’articolo 3". Questo, sebbene, poco dopo
l’espulsione, l’avvocato generale dello Stato aveva spiegato che
l’Italia aveva ricevuto chiare assicurazioni da parte delle autorita’
tunisine.
Inoltre, si legge ancora, in riferimento ad assicurazioni
fornite dal ministero degli Esteri di Tunisi, "tali affermazioni non
sono state corroborate da referti medici e non e’ stato possibile
dimostrare che il ricorrente non sia stato suggetto a trattamento
contrario all’articolo 3. In tale connessione – aggiunge il comunicato
– la Corte ha potuto solo reiterare le sue osservazione
sull’impossibilita’ del ricorrente e del suo avvocato e
dell’ambasciatore italiano di visitare il ricorrente in carcere e di
verificare che la sua integrita’ fisica e la sua dignita’ sia stata
effettivamente rispettata". Dunque, conclude il testo, "la Corte
ritiene che l’esecuzione dell’espulsione del ricorente in Tunisia e’
stata in violazione dell’articolo 3 della Convenzione".
L’indennizzo che dovra’ pagare l’Italia e’ di 15.000 euro per i
danni morali e di 6.000 euro per i costi e le spese processuali
sostenute da Trabelsi.