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Pisa, 16 ott. – (Adnkronos) – ”Non trovo nulla di retorico nel
prevedere il giuramento di fedelta’ alla Repubblica”. Per il
presidente della Camera, Gianfranco Fini, anche questa puo’ essere una
proposta da lanciare nel dibattito politico sul tema della concessione
della cittadinanza agli immigrati che risiedono legalmente in Italia.
Fini ha affrontato il tema delle ”grandi migrazioni” nel suo
intervento sul tema ‘Democrazia, le sfide del XXI secolo’, nel corso
dell’Italian American Conference che si e’ svolta questa mattina
all’Universita’ di Pisa. Il presidente dell’assemblea di Montecitorio
ha ricordato che la sfida dell’immigrazione non si vince ”con
politiche nazionali” (cosi’ si rischia solo di ”avere il fiato
corto”, ha detto) ma con una politica globale del fenomeno.
Fini, come gia’ in altri suoi recenti interventi
sulla materia, ha detto che sulla questione non servono chiusure ma
”nuove risposte”, come lo e’ innanzitutto l’integrazione dei
cittadini stranieri nel tessuto sociali e nella comunita’ politica. A
parere di Fini l’immigrato deve poter condividere i principi di fondo
della societa’ italiana e a tal proposito e’ importante la concessione
della ”cittadinanza”, superando anche la discussione sul mero
requisito burocratico e formale legato al trascorrere del tempo.
”L’Italia e’ naturalmente degli italiani -ha dichiarato il presidente
della Camera- ma anche di chi la ama e accetta e rispetta i suoi
valori, la sua storia, le sue tradizioni, le sue leggi e la
Costituzione”.
Fini ha ribadito piu’ volte che l’integrazione non si ha solo
con il rispetto formale delle regole ”ma anche con l’adesione
effettiva ai valori di fondo della Repubblica”. E poi riguardo ai
principi della concessione della cittadinanza tra i quali a suo parere
andrebbe inserito il possesso della lingua italiana, Gianfranco Fini
ha osservato: ”La cittadinanza cosi’ come e’ concessa puo’ anche
essere revocata perche’ la sua concessione si basa su un patto”.
(Pam/Col/Adnkronos)