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IMMIGRATI: FRIULI VENEZIA GIULIA, 2.800 LAVORATORI IN MENO NEL 2009 =

      ROSOLEN, RICOLLOCARE ANCHE FAMIGLIE REGOLARI

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      Udine, 7 set. – (Adnkronos/Labitalia) – ”In merito alle quote
immigrati voglio puntualizzare che ad oggi non abbiamo ancora
effettuato un’analisi statistica dei fabbisogni di lavoratori
stranieri per il prossimo anno; i dati in nostro possesso evidenziano
una diminuzione pari al 17,4% nel passaggio tra l’anno 2007 e il 2008
con un valore assoluto di 9.500 lavoratori immigrati assunti in meno
che ci ha portato alla richiesta effettuata per l’anno in corso con
una diminuzione di circa il 50%”. Lo ha dichiarato l’assessore
regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, nel corso del suo intervento al
convegno ‘Il mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia’.

      ”In base ad un primo confronto generale sulle assunzioni tra il
primo trimestre 2008 e il primo trimestre 2009 -ha illustrato Rosolen-
si e’ registrato un ulteriore calo pari al 35,6% (2.800 unita’) che ci
porta ad una prima valutazione sull’opportunita’ di chiedere nuovi
ingressi per il 2010”. ”Considerato l’alto numero di lavoratori
stranieri colpiti dalle crisi occupazionali -ha continuato- situazione
che puo’ portare anche alla perdita del regolare permesso di soggiorno
con conseguente rientro in patria, durante l’anno in corso
l’intervento regionale potra’ essere volto in primo luogo alla
ricollocazione degli immigrati che gia’ da tempo sono regolarmente
soggiornanti sul territorio regionale con la propria famiglia
piuttosto che – ha aggiunto Rosolen – chiedere ulteriori ingressi per
lavoratori a cui non potremmo garantire la stessa stabilita’
occupazionale”.

 Eventuali valutazioni per nuove quote
verranno effettuate in merito al lavoro stagionale. ”Credo -ha
commentato Rosolen- che solo in seguito ai risultati della
regolarizzazione per il lavoro di assistenza familiare, ossia i flussi
delle badanti, potremo valutare un eventuale ulteriore fabbisogno per
questa tipologia di lavoratori”.

      ”E’ comunque intenzione della giunta -ha spiegato- qualificare
gli ingressi degli immigrati attraverso un percorso che preveda la
selezione e formazione all’estero, l’accompagnamento ed inserimento
nel mercato del lavoro regionale e il successivo affiancamento al
rientro in patria con un’acquisita professionalita”’.

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