Città del Vaticano, 27 gennnaio 2016 – Le ultime vicende europee testimoniano che a livello di Ue sembra “essersi spenta, o quanto meno affievolita, quella forza ideale che aveva indotto alcuni Governi a promuovere una politica di accoglienza”.
La triste constatazione viene da L’Osservatore romano che dedica alle politiche Ue verso i migranti un articolo nel quale si afferma che “al di la’ delle dichiarazioni e nonostante i serrati confronti in sede comunitaria, la reazione dell’Unione europea di fronte all’emergenza e’ stata lenta, macchinosa ed evidentemente inefficace”. Si ricorda in questo senso che solo 200 persone sono state interessate dalle iniziative di ricollocamento, mentre l’accordo tra i diversi paesi – “raggiunto davvero a fatica” – prevedeva l’accoglienza nei vari Paesi di 160.000 profughi giunti in Grecia e in Italia. “Un fallimento, dunque, – conclude il quotidiano della Santa Sede – a cui fa ora seguito la richiesta di sospensione del trattato di Schengen, sospensione che potrebbe prolungarsi per i prossimi due anni”.
Molte giustificazioni, si aggiunge, sono state addotte per spiegare tale scelta come le necessita’ imposte dalla minaccia del terrorismo internazionale e l’incapacita’ di reggere, da un punto di vista economico, l’impatto di un grande flusso di migranti. “Se e’ ragionevole sostenere che uno Stato abbia il diritto e il dovere di tutelare la sicurezza e il benessere dei propri cittadini, – argomenta il giornale vaticano – altrettanto ragionevole e’ ritenere che, all’interno di un spazio comunitario come l’Ue, nessuno debba essere lasciato da solo ad affrontare una simile situazione.
Come invece rischiano di dover fare le Nazioni di prima accoglienza, che certo non possono rifiutare di soccorrere le persone in mare”. “Blocchi e muri non sono quindi una vera soluzione, a meno di non voler negare la stessa ragione d’essere dell’impianto europeo”.