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IMMIGRAZIONE: ALFANO E BOSSI,REATO CLANDESTINITA’ SERVE

ROMA, 7 GIU – Il ministro della Giustizia e quello delle Riforme rilanciano il reato di immigrazione clandestina e lo difendono a spada tratta: se per Angelino Alfano il sistema delle espulsioni "ha fallito" e occorre accentuare "un profilo di deterrenza", per Umberto Bossi è addirittura "un muro per far capire che non è più come prima". Parole, quelle dei due ministri, che hanno sollevato qualche polemica a partire dal leader del Pd Walter Veltroni che ribadisce il suo no all’introduzione del reato di clandestinità perché "é un provvedimento demagogico e non applicabile: le carceri scoppiano e gli uffici giudiziari sono in affanno. Bisogna distinguere lo straniero che viene in Italia per lavorare dal criminale". Il ministro Alfano arriva in mattinata al congresso dell’Anm, da cui ieri si erano alzate voci critiche nei confronti dell’introduzione del reato, e difende così le scelte dell’esecutivo: "il sistema delle espulsioni che c’era in Italia ha fallito, occorre accentuare un profilo deterrente. In Parlamento – promette Alfano – si troverà un modo per non ingolfare le carceri e i processi". Non solo, per il Guardasigilli "il sistema delle espulsioni che c’era ha fallito anche perché chi vuole essere clandestino tende a non farsi riconoscere e nessuno meglio di voi può capire che vi è una tendenza di questo immigrato a continuare a delinquere attraverso degli alias, tanto è vero che i tribunali sono intasati da persone che sono state condannate con vari alias". Alfano ha quindi ribadito che alla base dell’azione del governo in materia di sicurezza e immigrazione vi è "una precisa scelta politica: una lotta forte all’immigrazione clandestina. E, giunto nel pomeriggio a Catania, il guardasigilli rincara la dose: "Gli immigrati che vogliono venire nel nostro Paese hanno l’idea che l’Italia sia un Paese senza frontiere; ecco, con questa norma riscriviamo e ridisegniamo la frontiera del nostro Paese un po’ scolorita dalla gestione del governo precedente". Ad avviso di Bossi, poi, "il reato serve da muro". Il leader del Carroccio ostenta sicurezza: "Nessuna divisione, il governo è compatto". Il reato di immigrazione clandestina serve. Perché "é un monito per far capire che non è più come prima. E’ un messaggio: non venite clandestinamente perché rischiate". Il presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro rileva come "se alcune affermazioni ce le possiamo aspettare da Bossi, colpisce che il Guardasigilli, che dovrebbe conoscere più da vicino i meccanismi della giustizia, insista, anche davanti ad un consesso di magistrati, a ritenere il reato di immigrazione clandestina un deterrente importante. Ma anche Giulia Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia della Camera, ribadisce le sue "perplessita" sulla formulazione attuale del reato: "Non la sanzione penale e dunque il carcere per tutti i clandestini, ma solo per quelli pericolosi. Per questo giudica ‘corretta’ la scelta di inserire il reato nel disegno di legge, non nel decreto, in modo da consentire "il confronto parlamentare". Per il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, obiettivo del governo è quello di mandare un messaggio preciso: l’Italia non è più il ventre molle dell’Europa". (ANSA).

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