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IMMIGRAZIONE: CATALOGNA,TETTO NUMERO STUDENTI STRANIERI

(ANSAmed) – MADRID, 15 MAG – Fa discutere in Spagna la proposta contenuta nel progetto di legge educativa proposto dal governo regionale della Catalogna, che fissa un tetto massimo di alunni immigrati nelle scuole pubbliche e nei centri privati finanziati dallo Stato, per evitare la creazione di ghetti. Secondo le statistiche del Ministero dell’Educazione, sono le scuole pubbliche a far fronte alla stragrande maggioranza degli studenti stranieri, che in Spagna si stima rappresentino l’8,4% della popolazione scolastica, il 6,7% nella scuola dell’obbligo fino ai 16 anni. In particolare, scuole e istituti pubblici assorbono l’82,3% dei 534.000 immigrati nella scuola dell’obbligo primaria e secondaria, mentre i centri privati, nella gran parte convenzionati secondo il sistema della concertazione e dunque finanziati con fondi pubblici, accolgono solo il 17,7% degli alunni stranieri. La concentrazione di studenti immigrati in centri pubblici è alta in varie comunità, come Madrid, Estremadura, Catalogna, Castilla La Mancha, Canarie, Murcia e la Comunità di Valencia. "Le scuole concertate in genere rifiutano gli alunni stranieri, nonostante siano finanziate dall’ amministrazione pubblica e nonostante l’obbligo di riservare posti per coloro che arrivano ad anno scolastico iniziato", spiega Francisco Torres, docente di sociologia all’Università di Valencia. In alcuni Comuni della Catalogna, gli studenti stranieri nelle scuole pubbliche superano il 70%, quando secondo gli esperti del settore, la qualità dell’insegnamento risente di una presenza di alunni immigrati superiore al 6%, se non accompagnata da classi di rinforzo. Per evitare la creazione di ghetti, il progetto di legge catalano fissa tetti massimi per gli studenti stranieri ai quali dovranno attenersi tanto gli istituti pubblici, che quelli privati e concertati. Il progetto di legge regionale prevede pure l’istituzione di un’agenzia di valutazione dei docenti, crea nuove formule di gestione dei centri scolastici e consente alle scuole di elaborare un proprio curriculum accademico. Contempla, inoltre, l’impegno a incrementare le risorse destinate all’istruzione per raggiungere la media di investimenti dei Paesi europei. La legge, che concluderà l’iter di approvazione nel Parlamento regionale entro il 2008, entrerà in vigore nel 2009. Ma ripartire gli alunni stranieri nelle aule non è sufficiente per impedirne l’emarginazione ed evitare situazioni di conflitto sociale, come è avvenuto nelle periferie francesi. Juli Ponce Solé, professore di diritto amministrativo all’Università di Barcellona e autore del libro "Segregazione scolastica e immigrazione", evidenzia che la politica della casa "é un fattore chiave per evitare i ghetti". "I quartieri più popolari – osserva Ponce Solé – concentrano anche il maggior numero di alloggi di edilizia abitativa pubblica. Bisognerà costruirli anche in quartieri più benestanti, se non vogliamo che accada quello che è accaduto a Parigi. Le politiche di istruzione, sociali e della casa devono coordinarsi", conclude il professore. (ANSAmed).

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