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IMMIGRAZIONE: CENTRO ASTALLI, AUMENTANO RICHIESTE DI AIUTO

(ANSA) – ROMA, 8 APR – "Dopo un anno e mezzo di governo di centrosinistra, l’Italia è ancora il paese della Bossi-Fini, dei Cpt, delle procedure regolate da circolari e dalla discrezionalità delle singole questure. La maggior parte delle risorse per l’immigrazione sono destinate alle azioni di contrasto agli ingressi illegali, anche a fianco di un partner discutibile come la Libia". Lo afferma l’ultimo rapporto del Centro Astalli, l’associazione dei Gesuiti che si occupa dei rifugiati, che fa il bilancio delle attività svolte dalle sue strutture nel 2007. Il dato più significativo – segnala il rapporto – è l’ aumento del 40%, rispetto all’anno precedente, delle persone assistite e che sono state vittime di tortura. E’ poi aumentato del 35% il numero degli utenti che per la prima volta si sono rivolti ai servizi del Centro. Cresciuti (+40%) anche coloro che usufruiscono della tessera definitiva che permette l’accesso ai servizi. Oltre mille, poi, gli utenti che hanno posto l’indirizzo del centro come personale per la richiesta di asilo; per lo più, si é trattato di cittadini provenienti dall’Afghanistan (370), dalla Costa d’Avorio (166), dalla Guinea (163). I pasti distribuiti nella mensa nel 2007 sono stati 67.366, il 50% in più del 2006; in media 450 al giorno. Una critica che il Centro Astalli rivolge alla politica riguarda la mancanza di una legge sull’asilo. "Come in molti altri settori – afferma il presidente padre Giovanni La Manna – si ha la netta sensazione che il nostro paese non riesca a tenersi al passo con il mondo che cambia sempre più rapidamente, con le urgenze che interpellano i governi e le coscienze". Rispetto alla Libia le critiche sono particolarmente severe, soprattutto per l’annunciata deportazione degli immigrati illegali (viola i trattati internazionali) e dell’accordo con l’Italia sull’utilizzo di unità navali italiane della Guardia di Finanza nell’azione di contrasto dell’immigrazione illegale. "Questo genere di accordi tra stati del Mediterraneo è sempre più frequente: in nome della ‘sicurezza’, ogni mezzo di dissuasione dell’immigrazione clandestina è considerato lecito. Ma i pattugliamenti non diminuiscono il numero di persone in fuga. Nonostante gli sforzi e le risorse impiegate per blindare l’Europa, le emergenze del mondo continuano a bussare alla nostra porta. Letteralmente. Davanti al nostro portone, la fila continua ad allungarsi. Si fa fatica a dare un pasto caldo a tutti". (ANSA).

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