(ANSA) – ROMA, 20 FEB – Dare accoglienza ai connazionali che arrivano in Italia, aiutarli nel processo di integrazione e diventare portavoce dei loro diritti. Questo il compito, che secondo il direttore del Consiglio italiano per i rifugiati, Christopher Hein, hanno le comunità di rifugiati presenti in Italia: diventare valido presidio per i connazionali che arrivano. Per il Cir, che oggi ha organizzato a Roma un convegno sul tema, i rifugiati non devono essere visti solo come "utenti e vittime di un processo doloroso come l’esilio, ma anche come attori da mobilitare e da chiamare in campo per prendere decisioni politiche e amministrative". "Poter contare sulla propria comunità di rifugiati – afferma Hein – rende più facile sia il primo impatto con il nuovo Paese sia, in un momento successivo, l’integrazione, grazie al sostegno che si può ottenere dai propri connazionali per la ricerca di un lavoro e di una casa. Inoltre le comunità, piccole lobby, diventano una voce forte per la rivendicazione dei propri diritti". Durante il convegno, in cui si sono messe in luce anche le criticità delle comunità di rifugiati – riguardanti soprattutto i criteri di rappresentatività – hanno portato la loro testimonianza rappresentanti delle comunità bengalese, eritrea (la più grande tra quelle presenti in Italia con 1.800 adesioni), afghana (1.000 adesioni), curdo-turca, sudanese. (ANSA).
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IMMIGRAZIONE: CIR, COMUNITA’ RIFUGIATI UTILI A INTEGRAZIONE
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