Roma, 8 febbraio 2023 – Domani inizierà la riunione straordinaria del Consiglio d’Europa e a distanza di poche ore non mancano le tensioni. L’Austria infatti ha già minacciato di porre il veto sulle conclusioni del vertice europeo se non ci sarà una svolta radicale sull’immigrazione.
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Immigrazione, la minaccia dell’Austria
La linea dell’Austria sull’immigrazione si conferma rigida. “Non mi accontenterò di parole vuote. I fatti vengono spesso negati o edulcorati”, ha infatti dichiarato il cancelliere conservatore Karl Nehammer. Il cancelliere, inoltre, in un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco Welt, ha ammesso di aver spedito insieme ad altri Paesi una lettera a Bruxelles per chiedere un rafforzamento delle frontiere esterne dell’Unione europea. Non solo: insieme a Danimarca, Estonia, Lituania, Lettonia, Malta, Grecia e Slovacchia si richiedono anche più risorse per Frontex, un miglioramento del sistema dei visti e un’accelerazione delle strategie per i respingimenti. Di conseguenza, quindi, anche nuovi accordi con i Paesi di provenienza e di transito dei migranti.
Ma non finisce qui: Nehammer ha inoltre espresso irritazione rispetto ai profughi che arrivano alla frontiera austriaca senza essere stati registrati dai Paesi d’ingresso nell’Unione. Insomma: secondo il cancelliere, dal punto di vista dell’immigrazione bisogna cambiare molte cose. A partire dal sistema Schengen che per lui rappresenta un vero e proprio fallimento. Non a caso, infatti, il leader austriaco definisce il metodo per le richieste d’asilo “kaput”, quindi rotto. Per questo pretende per lo meno una modifica di Schengen, l’accordo che garantisce una libera circolazione di beni e persone tra i Paesi membri. Secondo lui la mancata registrazione nel primo Paese di arrivo sarebbe “un problema grave per la sicurezza di tutta l’Ue e dimostra che Schengen non funziona e che anche il sistema di asilo della Ue è fallito“.
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