ROMA
(ANSA) – ROMA, 5 MAG – "Dieci anni per ottenere la cittadinanza non sono pochi ma neppure troppi. Ciò che è necessario, infatti, per considerare uno straniero titolare del diritto alla cittadinanza italiana non è il tempo ma l’adesione convinta dello stesso ai principi fondamentali scritti nella nostra Costituzione: la conoscenza della lingua italiana e il rispetto delle leggi, degli usi e costumi del Paese di destinazione finale sono alcuni di questi". Lo sottolinea Giampaolo Landi di Chavenna, responsabile immigrazione di An. "In sintesi – ha continuato Landi – non si diventa cittadini italiani per semplice decorso del tempo ma per una precisa e convinta volontà di diventare parte integrante e partecipata dello sviluppo socio-culturale ed economico di un Paese che si fonda sullo Stato di Diritto". "Concludo sottolineando pertanto che non sempre la lunga permanenza è sinonimo di integrazione e non sempre la garanzia del lavoro è elemento sufficiente. Per diventare cittadini italiani, quindi, non basta un semplice passaggio burocratico ma é necessario un test individuale che certifichi la sussistenza di precisi presupposti di integrabilità". (ANSA).
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IMMIGRAZIONE: LANDI, NON TROPPI DIECI ANNI PER CITTADINANZA
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