(ANSA) – MILANO, 18 MAR – Centocinquantanove anni fa i milanesi si ribellarono con le armi "allo straniero arrogante e dominatore", ma oggi Milano vuole rivendicare la sua capacità di integrazione insieme all’orgoglio della sua identità, verso la quale i nuovi arrivati devono essere rispettosi. Lo ha ricordato il vice sindaco, Riccardo De Corato, durante la prima di una serie di manifestazioni celebrative delle Cinque Giornate nella piazza intitolata allo storico evento del Risorgimento. "Una città la cui amministrazione ha saputo integrare circa 200.000 extracomunitari e che ha circa 60.000 clandestini e dai 6 ai 10 mila nomadi – ha spiegato De Corato – ha già dimostrato di essere pronta all’accoglienza. Anche se ci sono episodi che dimostrano che non sempre chi questa ospitalità la chiede è disposto all’integrazione. Milano è sempre quella: col cuore in mano, ma la sua identità rimane un punto fermo". "Da quel lontano 1848 – ha aggiunto il vicesindaco – naturalmente Milano è cambiata, diventando la città italiana con la più spiccata vocazione internazionale e una maggiore apertura al mondo. Ma ciò che rappresenta una ricchezza non deve trasformarsi nel pericolo di perdere la propria coscienza civica, le tradizioni, il senso di appartenenza ad una comune matrice culturale. Milano è chiamata a rispondere alla sfida dell’integrazione, ma per farlo deve essere forte della propria identità". A margine della commemorazione, da segnalare un gruppetto di persone che, evidentemente nostalgiche della dominazione asburgica, in un angolo ha inalberato i vessilli con l’aquila a due teste e cartelli con la scritta "Più Vienna, meno Roma". (ANSA). 2007-03-18 14:00
(18 marzo 2007)