(ANSAmed) – BRUXELLES, 11 LUG – Le frontiere dell’Europa si chiudono, ma non diminuiscono gli sbarchi, cambiano solo le rotte dell’emigrazione e peggiorano le condizioni psicofisiche di quanti riescono a raggiungere i confini della Ue. Per questo Medici senza frontiere (Msf), ha lanciato oggi a Bruxelles un appello ai capi di Stato e di governo che si riuniscono domenica a Parigi per lanciare l’Unione per il Mediterraneo. Msf chiede che vengano migliorate le condizioni di accoglienza di chi sbarca sulle coste meridionali dell’Europa. In particolare, osserva il personale dell’Ong, la situazione è critica a Lampedusa. Per Msf quella che si vive nel sud dell’Europa è una vera e propria emergenza. "L’aumento dei controlli e della sorveglianza – spiega Antonio Virgilio, Capo missione in Italia – non sta frenando le persone che tentano di raggiungere l’Europa. Queste persone affrontano maggiori rischi, viaggiano in imbarcazioni più piccole e precarie e per più giorni. Hanno bisogno di maggior assistenza medica rispetto al passato: arrivano scioccati, distrutti, disidratati, con bruciature, ipotermia, ossa rotte…". Il cammino dell’immigrazione si fa infatti "più lungo, difficile e pericoloso" e se da un lato diminuiscono gli sbarchi nell’arcipelago spagnolo delle Isole Canarie, contemporaneamente, osserva Msf, aumentano in Italia ed in Grecia. Nei primi sei mesi del 2008 sono raddoppiati gli attracchi a Lampedusa, da 71 a 146, e triplicati gli arrivi di migranti. Nell’isola greca di Lesbo tra gennaio e maggio sono arrivati 1.500 migranti, contro i 700 del 2007. Msf chiede quindi ai Paesi del sud d’Europa "di assicurare esami medici ed un’assistenza medica d’urgenza" nei centri di arrivo. Anche perché la situazione al momento è tutt’altro che soddisfacente: "Il nostro rapporto 2004 sui Cpt – afferma ancora Virgilio – rilevava che le condizioni di vita erano inaccettabili, oggi o sono le stesse o sono addirittura peggiorate". A Lampedusa Msf non ha più accesso al centro ed assiste i migranti direttamente al porto. Non cambiano solo le rotte dell’immigrazione, ma anche il tipo di popolazione. Quest’anno sono aumentate le donne ed i bambini che si cimentano nella pericolosa traversata del Canale di Sicilia, rispettivamente dell’11% e del 4,6%. E muta la provenienza. "A Lampedusa – spiega Liesbeth Schockaert di Msf Bruxelles – registriamo più arrivi dall’Etiopia e dalla Somalia, prima venivano dal Darfour e prima ancora dalla Liberia, tutte zone di guerra". In Grecia i curdi hanno lasciato il primato degli arrivi agli afghani. Msf chiede quindi anche la presenza di traduttori nei centri di detenzione, in modo da permettere ai migranti, che provengono spesso da zone di guerra, di far valere i loro diritti. Su 25.000 richieste di asilo presentate l’anno scorso in Grecia, solo 8 persone si sono viste accordare lo status di rifugiato. Msf lancia il suo appello in vista del vertice di Parigi di domenica in cui i capi di Stato e di governo della Ue e dei paesi del Mediterraneo si incontrano per lanciare l’Unione per il Mediterraneo, il nuovo strumento con cui rilanciare la cooperazione Nord-Sud. (ANSAmed).
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IMMIGRAZIONE: MSF; PIU’ SBARCHI, E’CRISI SANITARIA/ANSA
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