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IMMIGRAZIONE: ONU, NEL 2025 UE A RISCHIO ESODO DA SUD

(ANSAmed) – BRUXELLES, 30 MAG – Non serviranno a niente le politiche restrittive sull’immigrazione, i flussi verso l’Europa aumenteranno perche’ la sponda sud del Mediterraneo diventa sempre piu’ povera e perche’ l’Unione europea ancora non capisce che deve smettere di concentrarsi sugli scambi commerciali ed intervenire sullo sviluppo. Dalle Nazioni Unite arriva forte e chiaro l’avvertimento per Bruxelles: nel 2025 c’e’ il rischio di un esodo di massa verso il nord. Nonostante lo sforzo dei Paesi europei per tenere gli immigrati alla larga, si legge nel rapporto, i flussi ”continuano ad essere significativi e difficilmente diminuiranno”. Secondo le stime, dei 10 milioni di stranieri che vivono nei Paesi della sponda nord del Mediterraneo, 5 milioni vengono dal sud. E tenendo conto della crescita demografica galoppante, della poverta’ in aumento e della disoccupazione giovanile, l’Onu prevede che nel 2025 gli sbarchi potrebbero diventare un fenomeno davvero fuori controllo. Le fragili economie dei Paesi del sud non sono destinate a rafforzarsi, spiega l’Onu che accusa la Ue di poca lungimiranza: le due sponde sono legate da un destino comune, ma, nonostante questa consapevolezza, la cooperazione tra nord e sud e’ insufficiente. Il nord, secondo gli esperti, punta sempre e solo alla riduzione della presenza statale nell’economia, alla liberalizzazione degli scambi, alla riduzione dei sussidi, e non pensa invece a migliorare la competitivita’ delle aziende locali. Inoltre, anche l’assistenza ha forti carenze: nei Paesi della sponda sud i prestiti della Ue sono di 5 euro per abitante all’anno, ben al di sotto dei 30 riservati ai Balcani e dei 53 per i Paesi candidati. Anche le stime sulla crescita demografica rafforzano le previsioni catastrofiche: negli ultimi 30 anni la popolazione del sud e’ raddoppiata, raggiungendo i 234 milioni di abitanti, a cui nel 2025 se ne aggiungeranno altri 96 milioni. L’Egitto sara’ abitato da 95 milioni di persone e la Turchia da 87 milioni. Se vorra’ mantenere la pace sociale, il sud dovra’ quindi creare 34 milioni di posti di lavoro nei prossimi 20 anni, oppure il tasso di disoccupazione giovanile (oggi al 30% in molti Paesi) schizzera’ alle stelle. Eppure, spiega l’Onu, l’Unione europea avrebbe tutto da guadagnare da una cooperazione con il sud che non sia solo liberalizzazione degli scambi. Mentre nel meridione aumentano le nascite, la Ue deve fare i conti con la crescita zero e con l’invecchiamento della popolazione che portera’ ad una riduzione del suo potere economico. Se l’Europa, la Russia e i Balcani, nel 2000, producevano il 28% del pil mondiale, secondo le previsioni il tasso scendera’ al 20% nel 2050. Ma se l’Europa e la Russia tendessero la mano al Mediterraneo guadagnerebbero terreno sul resto delle economie e la crescita stimata salirebbe al 32%.(ANSamed).

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