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IMMIGRAZIONE: ROTTA KOSOVO-ITALIA SU BUS TURISMO, 25 INDAGATI

(ANSA) – BARI, 6 FEB – Finita l’epoca dei gommoni con i quali si organizzavano i viaggi della speranza sulla rotta Albania-Puglia, dal 2003 sarebbero state – secondo la procura di Bari – tre agenzie di viaggi kosovare a organizzare l’ingresso e la permanenza in Italia a centinaia di immigrati clandestini del Kosovo, facendoli entrare a bordo di bus turistici e fornendo loro documenti e visti falsi, fino a regolarizzarli. Sono questi risultati che hanno permesso alla magistratura barese di notificare a 25 indagati un avviso di conclusione delle indagini. Si tratta di 23 cittadini di etnia kosovara-albanese e di due poliziotti italiani: un ispettore di polizia all’epoca dei fatti in servizio all’ufficio stranieri della questura di Treviso, Bruno Rensi, di 59 anni, ritenuto complice dell’organizzazione che aveva base operativa nella città veneta; e il sovrintendente capo di polizia Pasquale Serrano, napoletano di 53 anni, in servizio a Mestre, accusato di favoreggiamento personale. Le tre agenzie viaggi – secondo il pm inquirente Giuseppe Scelsi, che il 15 maggio 2006 ottenne l’arresto di 12 dei 25 indagati – offrivano ai clandestini pacchetti turistici ‘all inclusive’ (viaggio, assistenza, documenti e visti falsi). A capo dell’organizzazione – secondo le indagini della polizia – ci sarebbe stato il kosovaro Jahir Bytyci, di 37 anni, residente a Treviso, che pensava proprio a tutto, grazie a una fitta rete di complici: così, una volta in Italia, i kosovari venivano regolarizzati temporaneamente con documenti e visti falsi, e, in modo definitivo, con matrimoni fittizi venduti a 8.000 euro. Secondo l’accusa, erano tre le nuove rotte dell’immigrazione. La prima si sviluppava tra Pristina-Durazzo-Bari-Treviso, una sorta di Corridoio 8 dell’immigrazione clandestina, e veniva venduta in cambio di 3.300 euro a persona; l’altra, alternativa alla prima, prevedeva l’arrivo o nel porto di Bari o in quello di Brindisi in cambio di 3.000-3.500 euro; la terza, che era la più economica e costava 2.500 euro, si muoveva lungo la rotta più lunga e disagevole Kosovo-Grecia-Macedonia-Ancona. Le agenzie coinvolte sono la Jaha-Tours con sedi a Treviso e a Prizren e la Saba-Tours di Suvareka – che, secondo l’accusa, gestivano la prima e la terza rotta – e la Polluzha Tours, che avrebbe gestito il secondo itinerario. (ANSA).

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