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IMMIGRAZIONE: SFRUTTAVANO MOLDAVI, INIZIATO PROCESSO

(ANSA) – BOLOGNA, 16 GEN – E’ iniziato a Bologna il processo che vede accusati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento della permanenza in Italia di lavoratori stranieri un imprenditore edile e il suo ‘braccio destro’. I due, per l’accusa, reclutavano operai moldavi tramite annunci, promettendo assunzione e ottenimento di permesso di soggiorno, per il quale chiedevano una sorta di tangente che arrivava a sfiorare i 2.000 euro. In verità ai moldavi toccava lavoro ‘nero’ sottopagato che non avrebbe mai portato alla regolarizzazione. Lo scenario di sfruttamento era stato scoperto da un’inchiesta condotta dal pm Valter Giovannini e dalla polizia. I 12 operai moldavi che nella primavera del 2006 denunciarono chi li sfruttava rivolgendosi al sindaco Sergio Cofferati ottennero poi, anche grazie all’intervento del pm e la collaborazione di Questura e Comune, un permesso di soggiorno per protezione sociale, per rimanere in Italia lavorando regolarmente. Oggi sei di loro sono stati sentiti in aula e hanno confermato la ricostruzione dei fatti fatta dall’accusa. I due imputati, Francesco Calvo, nato a Crotone, 41 anni, titolare della ditta ‘Edilcalvo’, e Giovanni Minà, anche lui di Crotone, 28 anni, ‘braccio destro’ di Calvo, a maggio 2006 erano stati raggiunti da ordini di custodia cautelare in carcere. Entrambi ora sono in libertà. Le difese hanno ribadito l’estraneità ai fatti imputati dei loro assistiti. Indagato con loro c’era un altro imprenditore, che però morì pochi giorni prima dell’esecuzione delle ordinanze di custodia. Per l’accusa era l’uomo cui di fatto finiva il denaro chiesto per le ‘regolarizzazioni’. (ANSA).

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