(ANSA) – VENEZIA, 14 SET – Corsi per far conoscere le norme igieniche agli esercenti di alimenti etnici e una task force che operi un continuo monitoraggio di queste botteghe e delle aree circostanti per assicurare "una azione univoca e incisivà sul piano della legalità amministrativa e penale ". Sono le iniziative alle quali si sta pensando a Padova dopo l’ultimo controllo -di cui dà notizia oggi il quotidiano La Repubblica- che ha portato alla chiusura temporanea di una decina di negozi sui cui scaffali sono stati trovati chili di pesce secco senza alcuna indicazione di provenienza e di scadenza, farine piene di parassiti, confezioni alimentari aperte e poi richiuse. In queste realtà "difficilmente vengono rispettate le norme che regolano il commercio", spiega l’assessore comunale Marco Carrai, e dice che benché regolarmente iscritti alla Camera di Commercio, questi esercenti sembrano avere una scarsa conoscenza delle regole: "Bisognerebbe organizzare specifici corsi per far conoscere le norme" dice. I controlli di questi giorni, spiega ancora l’assessore, hanno anche "confermato che l’area dove c’é un negozio etnico, al di là di quella che può essere la volontà dell’esercente, è spesso punto di ritrovo di extracomunitari che vivono ai margini della legalità". E infatti, confermano in questura, sono stati fatti arresti per violazione della Bossi-Fini e per detenzione di stupefacenti. Martedì prossimo, così, questore e prefetto hanno deciso di promuovere un incontro interforze per arrivare alla definizione di una sorta di ‘task force’. (ANSA).
IMMIGRAZIONE:PADOVA;ASSESSORE,NEGOZI ETNICI RISPETTINO NORME
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