Impronte: 3mila schedati per protesta

A Roma comuni cittadini, politici e intellettuali hanno lasciato le impronte digitali in segno di solidarietà con i rom

Roma – 8 luglio 2008 – Si sono messi in fila, si sono sporcati le dita d’inchiostro e hanno lasciato le impronte digitali su un modulo per farsi schedare in segno di solidarietà con i nomadi. Oltre tremila romani, semplici cittadini, politici e intellettuali secondo gli organizzatori, hanno partecipato nel pomeriggio alla ‘schedatura pubblica e volontaria’ organizzata dall’Arci a Roma, contro il provvedimento del ministro dell’Interno Roberto Maroni.

A scendere in piazza dell’Esquilino, in uno dei quartieri della capitale a più alta densità di stranieri, anche personalità della politica e della cultura, dalle quali si è levato un coro unanime di protesta contro un provvedimento definito "razzista, che discrimina una minoranza su base etnica e che rievoca periodi bui della storia del ‘900”.

Fra i politici si sono fatti schedare il vicesegretario del Pd Dario Franceschini, l’esponente del Prc ed ex ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, per il quale "esiste un pezzo di opinione pubblica in Italia che vorrebbe semplicemente tenere in vita la Costituzione italiana e un minimo di democrazia e civiltà".

"Grazie all’Arci – ha detto Livia Turco (Pd) – per averci consentito di esprimere pubblicamente la nostra indignazione contro questa politica di discriminazione". Si è messo in fila anche lo scrittore Andrea Camilleri: "Mi sembra che questo bisogno di sicurezza venga dall’alto. I Rom rischiano di diventare 150 mila capri espiatori".

Per Moni Ovadia "é grave perseguire le colpe individuali scambiandole per colpe collettive. Se Gesù fosse nato oggi, sarebbe stato un Rom". Con loro hanno lasciato le impronte i registi Paolo Virzì e Daniele Luchetti. Per gli organizzatori della schedatura simbolica si è trattato di un successo: già a due ore dall’inizio della manifestazione, i 650 moduli stampati erano terminati. È stato dunque necessario fotocopiarne degli altri per consentire a tutti di partecipare.