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Impronte. Berlusconi: “Servono all’integrazione”

"Garantiremo che i bambini rom vadano a scuola". Barroso fiducioso in una "soluzione positiva" Roma – 15 luglio 2008 – La rilevazione delle impronte nei campi nomadi è dettata dalla “necessità di vedere chi sono i rom che stanno in questi campi”.  Prendendole anche ai bambini, “esprimiamo in questo modo la ferma volontà del Governo e del paese di garantire che possono andare a scuola, a ricevere l’educazione così come la ricevono tutti gli altri bambini italiani".

Così oggi il premier Silvio Berlusconi, a margine di un incontro con José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, a palazzo Chigi. "La volontà – ha sottolineato il premier  – è soltanto una volontà positiva di rendere più integrati questi cittadini europei e di concedere loro gli stessi diritti all’educazione che hanno i nostri bambini”

Berlusconi ha detto di voler "approfittare" della presenza di Barroso per "spendere una parola in difesa del mio paese visto che anche sulla stampa straniera siamo stati indicati in modo negativo circa il trattamento che noi vogliamo dare agli immigrati". "Vorrei ricordare – ha detto – che l’Italia è il paese da cui per decenni sono partite persone che volevano andare in altri paesi per trovare una migliore qualità di vita e se c’é un paese aperto che guarda con rispetto a coloro che attraversano il mare, questa è l’Italia".

Barroso si è detto fiducioso in una "soluzione positiva" che garantisca "sicurezza" e rispetto dei "diritti e dei valori europei" per la questione delle impronte, sottolineando che "tra le autorità italiane e la Commissione europea c’é un’enorme collaborazione". Il presidente della commissione europea ha anche auspicato una "politica comune europea sull’ immigrazione”.

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