Roma, 13 novembre 2020 – L’ultimo monitoraggio realizzato dall’Istituto superiore di sanità, in collaborazione con il ministero della Salute, ha imposto un nuovo cambio di colore per molte Regioni. Alcuni territori, infatti, sono passati alla zona rossa, e altri alla zona arancione, ma nessuno è riuscito a calare di grado. “L’epidemia mostra una lieve riduzione nella trasmissibilità rispetto alla settimana precedente”, si legge nel report. Pare, infatti, che l’indice di contagio Rt sia sceso a 1,43 a livello nazionale: la scorsa settimana, invece, era a 1,72.
Indice Rt in calo nella settimana 2-8 novembre
“L’epidemia in Italia, seppur intensificandosi per gravità a causa di un aumentato impatto sui servizi assistenziali, mostra una lieve riduzione nella trasmissibilità rispetto alla settimana precedente che, sebbene ancora molto elevata, potrebbe costituire un segnale precoce di impatto di impatto delle misure di mitigazione introdotte a livello nazionale e regionale dal 25 ottobre 2020″, si legge nella bozza del report settimanale di monitoraggio della Cabina di regia in cui collaborano il ministero della Salute e l’Iss. “Tale andamento andrà confermato nelle prossime settimane. Non deve portare a un rilassamento delle misure o a un abbassamento dell’attenzione nei comportamenti”, si raccomanda però nel testo.
“La trasmissibilità è compatibile con uno scenario di tipo 3 con diminuzione nel numero di Regioni/PA in cui la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4. Si conferma nonostante questo una situazione complessivamente e diffusamente molto grave sull’intero territorio nazionale con criticità ormai evidenti”, sottolinea infatti il report.
Indice Rt, il rischio di un collasso del sistema sanitario è ancora alto
Il rischio più grosso rimane sempre uno: il collasso del sistema sanitario nazionale. La bozza, infatti, evidenzia “forti criticità dei servizi territoriali e il raggiungimento attuale, in un numero crescente di Regioni/PS, o imminente delle soglie critiche di occupazione dei servizi ospedalieri. Questo interessa l’intero territorio nazionale. Tutte le Regioni/PA sono classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile sul territorio o a rischio moderato con alta probabilità di progredire a rischio alto nelle prossime settimane”.
L’Indice Rt, quindi, secondo i dati, a livello nazionale risulta essersi abbassato a 1,43, mentre la scorsa settimana era 1,72. “Nel periodo 22-4 novembre l’Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,43. L’Rt puntuale stimato al 28 ottobre è apri a 1,37. Si riscontrano valori medi di Rt superiori a 1.25 nella maggior parte delle Regioni e superiori a uno in tutte Regioni e province autonome”, riporta il documento. “Venti Regioni/PA sono classificate a rischio alto. Una a rischio moderato con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese configurando di fatto su tutto il territorio nazionale un rischio elevato di epidemia non controllata e non gestibile”.
Rezza: “Primo segnale di diminuzione attribuibile ai provvedimenti”
“Il numero di casi di Covid-19 nel nostro Paese è salito a 650 per 100mila abitanti. Anche se questa settimana l’Rt sembra essere leggermente diminuito da 1,7 a 1,4, si trova comunque sia al di sopra di 1. Questo rappresenta solo un primo segnale di una diminuzione della trasmissione che potrebbe essere attribuita ai provvedimenti che sono stati sinora presi. Purtroppo però il virus circola in tutto il paese”, ha affermato in un videomessaggio il direttore del dipartimento Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza.
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