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Integrare Chi e Perché? Roma, 26 giugno 2009

Neuropsichiatria Infantile e Migrazione: un’occasione di integrazione per tutti

L’Istituto Nazionale per la Promozione della Salute delle Popolazioni Migranti e per il Contrasto delle Malattie della Povertà (INMP) di Roma

Direttore Generale Aldo Morrone

 

Presenta Venerdì 26 giugno 2009,

presso l’Ospedale San Gallicano, nell’Aula Agostini, dalle ore 9,00 via di San Gallicano 25/a

 

COMUNICATO STAMPA

 

Integrare Chi e Perché?  La consultazione in Neuropsichiatria Infantile: un’occasione di integrazione per tutti.

 

I bambini migranti rappresentano per i responsabili dei servizi socio-sanitari e scolastici “una nuova scommessa”, perché provocano una dibattito sulle metodologie di lavoro, i protocolli diagnostici e terapeutici elaborati per i minori occidentali.

I bambini migranti c’impongono di reinventare le nostre cristallizzate professionalità, di pensare all’esistenza di un altro modo di cura.

 

Oggi l’Italia è un paese d’immigrazione stabile, in particolare ci troviamo ad assistere a quella che viene definita “fase d’integrazione” del processo migratorio. Indicatore significativo di questa fase è l’elevata percentuale di minori migranti presenti sul territorio nazionale dovuta all’aumento del numero delle nascite ed al fenomeno del ricongiungimento familiare.

 

Nei servizi di salute mentale, vengono a consultazione, in numero sempre maggiore, figli di migranti per mostrare il loro bisogno di riconoscimento ed esprimere quello dei loro genitori e questo rende sempre più necessarie conoscenze, competenze, modelli e metodi d’intervento capaci di “accogliere, capire, curare” bambini e famiglie che arrivano da paesi “altri”. L’attenzione a tale realtà ha determinato l’elaborazione di un progetto pilota che rappresentasse una sorta di Osservatorio sulla salute mentale dei minori migranti di prima e seconda generazione presenti nel Comune di Roma. Il progetto prevede la collaborazione di due strutture: il Servizio Speciale di Neuropsicologia (SSNps) dell’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile del Dipartimento di Scienze Neurologiche, Psichiatriche e Riabilitative dell’Età Evolutiva (UOC B del DSNPREE) de l’Università “Sapienza” di Roma e l’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà (INMP).

 

Questa giornata di dibattito sarà particolarmente significativa per presentare/discutere/confrontare il modello d’intervento (diagnosi e cura) e l’esperienza dell’INMP di Neuropsichiatria Infantile (NPI) rivolto ai minori migranti ed alle loro famiglie: un modello d’intervento non focalizzato solo sul sintomo/disagio del bambino, ma sulla persona all’interno delle sue vicissitudini familiari, ambientali, storiche ed esistenziali (relazione tra/del bambino con/nella processualità migratoria). Aspetti cardine della metodologia di lavoro della neuropsichiatria infantile sono: l’attenzione ai processi evolutivi con analisi ed interpretazione dei segni e sintomi a seconda dell’età di sviluppo del bambino; e l’integrazione intesa sia come integrazione dei differenti aspetti dello sviluppo individuale (genetici, sociali, psicologici) sia come integrazione di figure professionali con competenze differenti che lavorano in equipe per l’elaborazione di diagnosi e terapia. In termini operativi, l’approccio e l’intervento di un servizio di NPI si traduce in una presa in carico del minore e della famiglia a più livelli: famiglia, sanità, scuola, ambiente sociale.

 

Nella pratica clinica, quando è una famiglia migrante a giungere a consultazione, non si può non tenere conto dell’influenza del background culturale familiare sull’espressività dei sintomi del bambino. La questione della cultura occupa una posizione centrale non solo rispetto alla sofferenza dei genitori migranti e dei loro figli ma anche rispetto alla elaborazione di dispositivi di cura efficaci. Nella pratica clinica è necessario da parte di coloro che lavorano in questo ambito una nuova prospettiva di lavoro, ovvero un approccio che sia evolutivo, integrato, multiculturale e complementarista: ovvero l’utilizzo obbligatorio, complementare della psicoanalisi e dell’antropologia. Questo vuol dire riservare pari dignità alla dimensione culturale del disturbo e della sua cura ed all’analisi dei funzionamenti psichici che lo sottendono.

 

Nell’ambito del convegno saranno presenti esperti del settore di rilevanza internazionale che dibatteranno e si confronteranno sulle questioni centrali relative alla Neuropsichiatria infantile.

 

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