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Islam. Approvata la legge anti-moschee in Lombardia

Prevede referendum tra i cittadini, pareri della Regione e una lunga serie di paletti per la costruzione di nuovi edifici di culto, compresa la “congiuità con il paesaggio”. La Lega Nord: “Vogliamo ostacolare la costruzione di moschee”, ma vengono colpite tutte le religioni

Milano – 28 gennaio 2015 – “Vogliamo ostacolare la costruzione di moschee? La risposta è sì. E ci spiace se gli ostacoli colpiranno anche le altre religioni. È una legittima difesa e precauzione contro chi vuole introdurre  qui la sharia”.

Nella tirata islamofoba del consigliere leghista Fabio Rolfi, c’è tutto il senso della legge sui nuovi edifici di culto approvata ieri dalla Regione Lombardia. É passata con i voti della Lega, di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Nuovo Centro Destra, nonostante la dura opposizione di Partito Democratico, Patto Civico e Movimento 5 Stelle e ignorando gli appelli dei rappresentanti di diverse confessioni religiose.

Il testo, corretto più volte a colpi di emendamenti, rischia comunque la bocciatura da parte della Corte Costituzionale, ma intanto corona la battaglia antimoschee del Carroccio. E complica la vita a quei comuni, come Milano, che vogliono tirare fuori i fedeli musulmani da garage, negozi e scantinati dove oggi si riuniscono per pregare, permettendo loro di crearsi luoghi di culto degni di questo nome.

Secondo le nuove regole, la costruzione di nuovi edifici di culto andrà prevista in un “piano per le attrezzature religiose” approvato dal Comune che prevede requisiti molto più stingenti rispetto al passato. Questo vale per le moschee, ma anche per le chiese di tutte le altre confessioni, cattolica compresa, che abbiano presenza diffusa, organizzata e consistente a livello territoriale e un significativo insediamento nell’ambito del Comune interessato.

Nel caso di confessioni che non hanno un patto con lo Stato (come appunto l’Islam), servirà un parere preventivo e obbligatorio di un Consulta regionale, che deve ancora essere istituita. É prevista poi la facoltà per “la facoltà per i Comuni di indire referendum nel rispetto delle previsioni statutarie e dell’ordinamento statale”, chiedendo ai loro cittadini se sono d’accordo con la costruzione.

Ci sono poi tanti paletti, a cominciare dalle distanze minime da altri edifici religiosi o da una non meglio specificata congruità architettonica e dimensionale con le “caratteristiche del paesaggio lombardo”. E poi, ancora, strade di collegamento e opere di urbanizzazione primaria adeguate, un parcheggio grande almeno il doppio rispetto alla superficie destinata al culto e anche un sistema di telecamere collegate alla Questura.

Stranieriinitalia.it

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