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ITALIA-LIBIA: FRATTINI, PRESTO RATIFICA TRATTATO

(ANSA) – ROMA, 23 OTT – Risolto il contenzioso sul passato coloniale, che ha pesato per decenni sui rapporti tra Italia e Libia, con la firma del Trattato di amicizia e cooperazione il 30 agosto scorso, ora è il momento della concretezza, a partire dalla ratifica che, ha assicurato oggi il ministro degli Esteri Franco Frattini, avrà "carattere prioritario ed urgente". "Il testo del disegno di legge di ratifica, che sarà adottato entro breve termine dal Consiglio dei Ministri, verrà inviato alle Camere con la richiesta di esaminarlo separatamente dalle altre proposte di ratifica e dunque con carattere di particolare urgenza", ha spiegato il titolare della Farnesina. L’annoso dossier, a questo punto, va chiuso, ed in fretta, è il messaggio della diplomazia italiana. In attesa delle rispettive ratifiche – anche il parlamento libico la sta affrontando in questi giorni – si comincia a discutere sugli scenari futuri di settori ‘sensibili’ come quello della collaborazione in tema di difesa. Sulla questione è intervenuto oggi anche l’ambasciatore libico a Roma, Hafez Gaddur che, all’ANSA, ha precisato come "nell’ambito delle industrie in generale, ci sarà lo sviluppo delle industrie militari in Libia con un progetto di investimento congiunto che comprende la possibilità di creare fabbriche e la produzione di mezzi, quali elicotteri ad uso civile e militare". E "quando si parla di aspetti militari – ha sottolineato – significa che vi è piena fiducia tra i due Paesi". L’ambasciatore libico ha tenuto a precisare che ci saranno "esercitazioni congiunte" con l’obiettivo "di accrescere le capacità militari delle forze dei due Paesi, quali le operazioni di salvataggio nel bacino del Mediterraneo, il contrasto all’immigrazione clandestina e l’addestramento". Oggi, comunque, nel consueto briefing settimanale con i giornalisti, il portavoce della Farnesina Pasquale Ferrara ha tenuto a precisare che "il Trattato (di amicizia e cooperazione Italia-Libia, ndr) è organico, complesso e articolato" ed è "assolutamente arbitrario ridurre i contenuti del Trattato in modo forzatamente enfatico a un settore esclusivo come quello della difesa". Secondo il generale Mario Arpino, la parte dell’accordo che riguarda la Difesa, che parla di manovre congiunte, scambio di informazioni militari e di istruttori, e di un partenariato industriale nel settore, "non si discosta da quelli che normalmente si sottoscrivono con Paesi amici (non alleati)". Ma la Libia è un Paese particolare e, il Trattato "potrebbe essere la premessa di un inserimento della Libia nei Paesi del dialogo mediterraneo". "L’Italia – sottolinea Arpino – ha la peculiarità di essere riuscita a mantenere un dialogo con Paesi come la Libia e quindi può dare all’Occidente, alla Nato e all’Ue, un maggior apporto in termini di sicurezza nel Mediterraneo". Per il generale Fabio Mini, "é normale inserire nei Trattati bilaterali questi articoli in tema di difesa perché rafforzano la fiducia reciproca, anche se la cooperazione con la Libia in tema di difesa non è una grande novità. Abbiamo collaborato con Tripoli per molti anni in termini di fornitura di mezzi, armi e munizioni, istruttori". Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, l’industria aeronautica italiana ottenne ingenti commesse dalla Libia, tra l’altro venti elicotteri pesanti CH-47 Chinook e una mezza dozzina tra Agusta AB 205 e AB 212. L’allora Aeritalia ricevette una richiesta per 18 motori G222 e 40 G1Y, ma gli Stati Uniti posero l’embargo su entrambi i motori. Poi, a seguito delle sanzioni internazionali, la Libia acquisì componenti aeronautiche solo da paesi dell’area socialista. Ma già due anni fa Finmeccanica, Augusta Westland e Libyan Company for Aviation Industry sottoscrissero un accordo per una joint venture, la Liatec (Lybian italian advanced tecnology Company) per la fornitura di ‘know-how’, addestramento, tecnologie. Il generale si concede anche una battuta: "Speriamo che Tripoli ci compri la costruenda portaerei Cavour (in allestimento negli stabilimenti Fincantieri del Muggiano – la Spezia) così non avremo il problema di cercare i soldi per la nafta!".(ANSA).

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