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Italia, sorpasso storico: più badanti che colf in un Paese che invecchia e si spopola

Roma, 19 giugno 2025 – In un’Italia sempre più anziana e frammentata, dove i giovani emigrano e le culle restano vuote, arriva un segnale simbolico ma significativo: per la prima volta nel 2024, il numero delle badanti regolari ha superato quello delle colf. Un sorpasso che racconta più di mille parole la trasformazione silenziosa ma profonda della società italiana.

Secondo i dati diffusi dall’INPS, le badanti rappresentano ora il 50,5% dei lavoratori domestici regolari, contro il 49,5% delle colf, su un totale di 817.403 occupati. Un numero già in calo del 3% rispetto all’anno precedente, e che ha perso per strada — o forse nel sommerso — 158.000 lavoratori dal 2021. A dominare sono ancora le donne (89%) e gli stranieri (69%), ma anche in questa categoria l’età avanza: quasi la metà ha più di 55 anni e uno su quattro supera i 60.

L’Italia che invecchia

Durante un’audizione alla Commissione parlamentare sulla transizione demografica, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha tratteggiato un quadro impietoso: l’Italia invecchia, si svuota e si disgrega. Gli over 65 contribuenti sono ormai la metà dei contribuenti under 65, una cifra che vent’anni fa era al 41%. Gli under 45 rappresentano oggi solo il 31% della popolazione fiscale. Al contrario, gli anziani dichiarano oggi il 35% del reddito totale, contro il 24% del 2004.

Sud e aree interne in crisi

Lo spopolamento colpisce soprattutto il Mezzogiorno e le aree interne. Entro il 2050 il Sud potrebbe perdere oltre 3 milioni di abitanti, che diventerebbero quasi 8 milioni entro il 2080. Il tasso di natalità si è fermato a 1,20 figli per donna, mentre 129.000 residenti hanno abbandonato il Sud solo tra il 2022 e il 2023. Un fenomeno aggravato dalla fuga dei giovani laureati, che sempre più spesso cercano lavoro all’estero o trasferiscono la residenza in Paesi più attrattivi. «Serve una regia europea», ha ammonito Giorgetti, «non possiamo più accettare questo far west».

La risposta: assegno unico e Family Index

Nel tentativo di contrastare il crollo demografico, l’assegno unico per i figli si è confermato una misura di peso: 6 milioni di famiglie ne hanno beneficiato nei primi quattro mesi del 2025, per oltre 9,6 milioni di figli. La spesa ha raggiunto 6,5 miliardi di euro, con un assegno medio di 167 euro per figlio, che può salire fino a 224 euro per le famiglie con redditi bassi. Nell’intero 2024, la spesa complessiva è stata di quasi 20 miliardi.

Anche il mondo imprenditoriale comincia a muoversi. «La denatalità è un rischio economico, non solo sociale», avverte Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità. Per rispondere, nasce il Family Index, un nuovo indicatore che misura quanto un’azienda sia “a misura di famiglia”, offrendo così un criterio in più per attrarre e trattenere i giovani talenti.

Una questione di futuro

Il sorpasso delle badanti sulle colf è solo uno dei tanti segnali che qualcosa si è rotto nel tessuto demografico del Paese. Tra allarmi e interventi ancora troppo timidi, l’Italia si trova davanti a una sfida epocale: ritrovare un equilibrio tra generazioni, ripensare il modello di welfare, e costruire un futuro dove nascere e restare non sia più un’eccezione, ma una scelta possibile.

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