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Ius Scholae. La critica di Riccardo Magi: Tajani e la fine della rivoluzione liberale

Roma, 13 settembre 2024 – Durante il suo intervento alla festa dell’Alleanza Verdi e Sinistra, tenutasi al Parco Nomentano di Roma, Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha espresso dure critiche nei confronti di Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, accusandolo di incoerenza politica e di aver tradito le promesse legate allo Ius scholae, una delle riforme più discusse degli ultimi anni.

Magi ha attaccato Tajani, affermando che “abbiamo passato l’estate ad andare appresso a un Pinocchio che si chiama Antonio Tajani”, in riferimento alla celebre marionetta di Collodi, sottolineando così la mancanza di serietà nelle azioni del politico. Secondo Magi, Tajani avrebbe ripetutamente manifestato l’intenzione di sostenere la riforma dello Ius scholae, per poi votare contro la stessa proposta. Il segretario di +Europa ha evidenziato la delusione e il senso di frustrazione che ha provocato l’incoerenza di Tajani, coinvolgendo non solo le forze politiche, ma anche i media, che avrebbero in qualche modo avallato questa ambiguità.

Lo Ius scholae: un tema divisivo

Il dibattito intorno allo Ius scholae ha generato tensioni e spaccature all’interno della politica italiana. Questa proposta di legge mirava a concedere la cittadinanza ai giovani stranieri che abbiano completato un ciclo scolastico in Italia, facilitando così la loro integrazione nella società. Tuttavia, nonostante il sostegno di diverse forze politiche, tra cui +Europa, il progetto ha incontrato numerosi ostacoli, soprattutto da parte di chi, come Tajani, si è mostrato ambiguo nel suo sostegno.

La questione dello Ius scholae è stata centrale nelle politiche di inclusione sociale e nella promozione dei diritti civili, ma la sua mancata approvazione ha suscitato delusione tra chi sperava in un passo avanti significativo per il riconoscimento dei diritti degli immigrati di seconda generazione.

La fine della rivoluzione liberale

Magi non si è limitato alla questione dello Ius scholae, ma ha voluto tracciare una critica più ampia nei confronti di quella che definisce “la rivoluzione liberale”, facendo riferimento al breve periodo di riforme e innovazioni politiche che ebbe luogo tra il 1994 e il 1996, durante il primo governo di Silvio Berlusconi. “La rivoluzione liberale è durata un anno e mezzo, dal 1994 al 1996, poi è finita”, ha dichiarato Magi, sostenendo che, nonostante in molti, compreso lui stesso, avessero creduto nel progetto, gli ultimi trent’anni hanno dimostrato che tale rivoluzione si è ormai arenata.

Magi ha sottolineato come oggi ci sia un tentativo di riposizionamento da parte di alcuni attori politici, suggerendo che le attuali dinamiche di potere all’interno del centrodestra siano più legate a un gioco di equilibri interni piuttosto che a una vera volontà di riforma e cambiamento. In questo contesto, la figura di Tajani emerge come simbolo di questa ambivalenza, oscillando tra promesse di innovazione e il mantenimento dello status quo.

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