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Kyenge: “Avanti con il Patto europeo contro il razzismo e per la diversità”

“Va adottato prima delle elezioni. Dopo le enunciazioni di principio, servono misure e strumenti concreti”.  Presto una nuova riunione dei ministri dell’integrazione dell’Ue

Roma – 24 ottobre 2013 – “Non mancano all'Europa, in materia di diritti umani, enunciazioni, più o meno solenni, di principio. Occorre ora concentrarsi invece su misure e strumenti concreti capaci di interferire efficacemente con una mentalità che alimenta il discorso razzista e discriminatorio in tutti gli ambiti, dal lavoro allo sport, alla scuola, alla vita politica”.

Così la ministra dell’Integrazione Cècile Kyenge,intervenuta ieri alla Camera per rispondere a una domanda sulla Dichiarazione di Roma, sottoscritta un mese fa dai rappresentanti di 17 governi europei, e sull’adozione di un “Patto 2014-2020 per un'Europa della diversità e per la lotta al razzismo”.

La novità principale di quella dichiarazione, ha sottolineato Kyenge, “è stata la presa di coscienza che, a dispetto dei numerosi strumenti internazionali a livello di Nazioni Unite e di Europa, il razzismo con i suoi corollari di intolleranza e di discriminazione, continua ad essere molto diffuso” Di qui la necessita di un Patto europeo “per individuare ed enunciare alcune misure concrete non solo di contrasto al razzismo, ma anche di sostegno alle diversità”.

Il Patto, ha spiegato la ministra, dovrebbe essere adottato “prima delle prossime elezioni del Parlamento europeo, affinché esso divenga argomento nelle campagne elettorali dei Paesi membri. Sarà una sorta di appello alla Commissione, al Parlamento e ai vertici dell'Unione europea affinché adottino le misure e le linee guida da noi immaginate, con il coinvolgimento attivo della società civile, dell'associazionismo e del volontariato. La parola d'ordine è concretezza”.

I due co-proponenti di questa iniziativa, Italia e Belgio, stanno lavorando insieme e a breve organizzeranno un'ulteriore riunione informale dei Ministri per l'integrazione.

“Forte del sostegno europeo, e consapevole che non si tratta di una anomalia italiana, ma di un problema che prevarica i nostri confini, mi sento quindi ancor più motivata a portare avanti questa battaglia – ha concluso Kyenge – in nome di un'Italia e di un'Europa più rispettosa dei diritti umani e dei principi di eguaglianza e democrazia”.
 

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