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L’Ue: “La Libia fermi i migranti, ma rispetti i diritti umani”

Le conclusioni del Consiglio degli Affari Esteri. Mogherini: “Sappiamo in che condizioni drammatiche sono i migranti in Libia, non chiudiamo gli occhi di fronte ai centri di detenzione in cui sono rinchiusi”

 

 

Roma – 7 febbraio 2017 –  In Libia, contro i migranti, si compiono “abusi e violazione dei diritti umani”. L’Unione Europea lo sa, chiede ai libici di smetterla, ma anche di collaborare per non far arrivare quei migranti in Europa.  

È il doppio binario delle conclusioni del Consiglio Affari esteri dell’Ue svoltosi ieri a Bruxelles.

Da un lato, c’è l’esortazione alle autorità libiche a “raddoppiare gli sforzi per migliorare la protezione e la promozione dei diritti umani, sopratttutto nei centri di trattenimento dei migranti”. L’Ue promette sostegno per creare “strutture di accoglienza adeguate” e alternative al trattenimento, compreso un potenziamento dei rientri volontari assistiti dalla Libia.  I soldi arriveranno dal Fondo per l’Africa e si rafforzerà la cooperazione con Iom e Unhcr.

Dall’altro lato, i ministri degli esteri europei ribadiscono che bisogna “contenere i flussi migratori irregolari lungo la rotta del Mediterraneo centrale e di smantellare il modello di attività del traffico e della tratta di esseri umani”. Di qui l’impegno a sostenere lo sviluppo delle “strutture di sicurezza e difesa” libiche e a fornire “formazione, equipaggiamento e supporto” alla guardia costiera libica, mentre le navi militari europee impegnate nell’operazione Sophia continueranno a essere impegnate contro i trafficanti. 

“L’anno scorso abbiamo salvato 30.000 persone in mare, ma nelle acque territoriali libiche ne sono morte comunque 4.500, perché la’ le operazioni Ue, Sophia, le altre missioni internazionali non possono intervenire, sarebbe una violazione della sovranita’ della Libia. Solo i libici possono farlo, e per questo stiamo continuando il ‘training’ della loro guardia costiera, siamo gia’ alla formazione del secondo gruppo, in modo che poi possano fare nelle loro acque territoriali esattamente le stesse cose che noi facciamo nelle acque internazionali” ha detto l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza comune dell’Ue Federica Mogherini, che presiede le riunioni del Consiglio.

“Noi vogliamo impedire – ha spiegato Mogherini – che si affidino ai trafficanti, ma sappiamo in che condizioni drammatiche sono i migranti in Libia, non chiudiamo gli occhi di fronte ai centri di detenzione in cui sono rinchiusi. L’Ue vuole salvare queste persone. Come? Facendo entrare nei campi, in cui oggi c’e’ poco o nessun controllo internazionale, lo Iom e l’Unhcr. Questo richiede che vi sia cooperazione da parte delle autorita’ e delle comunita’ libiche, e assistenza tecnica e finanziaria da parte nostra”.

L’Ue vuole però operare anche nei Paesi a sud della Libia. “Con lo Iom – ha riferito l’Alto rappresentante – stiamo finanziando una presenza ad Agadez (Niger, ndr), per sostenere i migranti che attraversano il deserto, per assisterli prima che arrivino alle frontiere libiche”. I risultati: “Da 76.000 passaggi registrati da Agadez a maggio, siamo arrivati a 13.000 passaggi a dicembre”. 

Ecco un estratto delle conclusioni del Consiglio Affari esteri dell’Ue di ieri: 

“L’UE condanna gli abusi e le violazioni dei diritti umani nei confronti dei migranti ed esorta le autorità libiche a raddoppiare gli sforzi per migliorare la protezione e la promozione dei diritti umani, soprattutto nei centri di trattenimento dei migranti, con particolare riguardo per le persone che si trovano in una situazione di vulnerabilità. Invita tutte le parti a garantire agli operatori umanitari un accesso sicuro e senza ostacoli a tali centri. Al fine di rafforzare la protezione dei migranti, contribuire al miglioramento delle condizioni nei centri di trattenimento, assicurare strutture di accoglienza adeguate, adoperarsi per trovare alternative al trattenimento e aumentare il numero dei rimpatri volontari assistiti dalla Libia, l’UE farà ricorso tra l’altro al Fondo fiduciario di emergenza dell’UE per l’Africa e intensificherà la cooperazione con l’OIM e l’UNHCR. Collaborerà con i comuni libici per promuovere fonti di sostentamento alternative e sostenere la resilienza delle comunità locali che accolgono migranti, rifugiati e persone bisognose di protezione internazionale.

In linea con la dichiarazione della riunione informale dei capi di Stato o di governo tenutasi a Malta il 3 e 4 febbraio e con la comunicazione congiunta dell’alto rappresentante e della Commissione del 25 gennaio, l’UE ribadisce la necessità di contenere i flussi migratori irregolari lungo la rotta del Mediterraneo centrale e di smantellare il modello di attività del traffico e della tratta di esseri umani. L’UE mantiene il suo impegno a collaborare con le autorità libiche per contribuire a sostenere la riforma del settore della sicurezza e a sviluppare le loro strutture di sicurezza e difesa. Riconoscendo la necessità di una titolarità libica nel contribuire ad affrontare i flussi migratori irregolari e salvare vite umane, l’UE porterà avanti le sue attività, conformemente al diritto internazionale, attraverso diverse iniziative complementari e coordinate nell’ambito della rete Seahorse per il Mediterraneo, dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera e della PSDC.

In linea con la dichiarazione di Malta, l’UE si concentrerà ulteriormente sulla fornitura di formazione, equipaggiamento e supporto di altro tipo, dando la priorità alla guardia costiera e alla marina libiche e ad altre pertinenti agenzie legittime della Libia.

EUNAVFOR MED operazione SOPHIA continuerà a incentrare le sue azioni sullo smantellamento del modello di attività delle reti del traffico e della tratta di esseri umani. Inoltre operazione SOPHIA proseguirà l’attuazione dei suoi compiti di sostegno per formare la guardia costiera e la marina libiche e contribuire all’applicazione dell’embargo delle Nazioni Unite sulle armi, mentre EUBAM continuerà a collaborare con le autorità libiche e a prestare loro assistenza in vista di una possibile futura missione civile, quando le condizioni lo consentiranno, nei settori della polizia, dello stato di diritto e della gestione delle frontiere. L’UE rammenta altresì la sua determinazione a contribuire a ridurre la pressione sulle frontiere terrestri del paese in stretta cooperazione con le autorità libiche e con i paesi vicini”.

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