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La CEI ribadisce il sostegno allo ius scholae e chiede misure di clemenza in vista del Giubileo

Roma, 26 settembre 2024 – La Conferenza Episcopale Italiana (CEI), attraverso il suo segretario generale, l’arcivescovo di Cagliari Giuseppe Baturi, ha riaffermato il proprio sostegno allo ius scholae e ha auspicato l’adozione di misure alternative al carcere e provvedimenti di clemenza in occasione del Giubileo. Queste dichiarazioni sono state rilasciate durante l’incontro con la stampa, al termine della sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente.

Lo ius scholae e la cittadinanza come strumento di integrazione

Monsignor Baturi ha ricordato come la CEI sostenga da tempo una visione più ampia della cittadinanza, considerata fondamentale per evitare umiliazioni e ingiustizie nei confronti di chi vive in Italia e condivide i suoi valori. Lo ius scholae, che garantirebbe la cittadinanza italiana ai figli di immigrati che completano un ciclo scolastico nel Paese, è da tempo al centro delle riflessioni della CEI, con pronunciamenti a favore già espressi dai precedenti presidenti della conferenza, come i cardinali Bagnasco, Bassetti e Zuppi.

Riguardo al referendum sul tema, che ha recentemente raccolto le firme necessarie per essere presentato in Cassazione, l’arcivescovo ha dichiarato che la CEI non ne ha discusso in modo specifico, ma ha ribadito la posizione favorevole dell’istituzione verso una cittadinanza più inclusiva.

Carceri: appello per misure alternative e dignità umana

L’emergenza carceraria è stata un altro tema affrontato da monsignor Baturi, che ha sottolineato l’importanza di adottare misure alternative alla detenzione e di promuovere provvedimenti di clemenza in vista del Giubileo, come già avvenuto in passato. Il presule ha anche evidenziato l’urgenza di una politica che tuteli la dignità umana all’interno delle strutture penitenziarie, trasformandole in luoghi più aperti e accoglienti, dove i volontari possano svolgere un ruolo attivo. La questione dei suicidi in carcere, con numeri sempre più preoccupanti, è stata definita un impegno che deve coinvolgere non solo le istituzioni ma l’intera società.

Violenza in famiglia e questione educativa

Monsignor Baturi ha inoltre espresso profonda preoccupazione per i recenti episodi di violenza familiare, come la tragica strage avvenuta a Nuoro, riflettendo sull’importanza dell’educazione e dell’insegnamento del rispetto reciproco. La violenza in contesti familiari, considerati luoghi di amore e fiducia, mette in luce una crisi educativa che coinvolge non solo i singoli ma l’intera società. Secondo il presule, la mancanza di trasmissione di valori come la convivenza e il rispetto all’interno della famiglia rischia di compromettere il futuro delle nuove generazioni.

L’impegno della Chiesa italiana per la pace

La Chiesa italiana, ha aggiunto Baturi, continuerà a promuovere una cultura che non si rassegni alla guerra, invitando alla preghiera per la pace e per una giustizia che garantisca libertà e convivenza pacifica. Questi temi saranno centrali anche nella prima Assemblea sinodale italiana, prevista a Roma dal 15 al 17 novembre nella basilica di San Paolo fuori le mura, un appuntamento di grande importanza per la comunità ecclesiale.

Assemblea sinodale e riforma della CEI

Il sotto-segretario monsignor Valentino Bulgarelli ha fornito alcune informazioni riguardo la prossima Assemblea sinodale, cui parteciperanno circa 1.100 persone, inclusi rappresentanti delle 226 diocesi italiane. Durante i lavori si discuteranno i Lineamenti approvati dal Consiglio permanente, frutto di tre anni di riflessione.

Infine, monsignor Baturi ha annunciato che il Consiglio Permanente ha approvato le linee guida per la riforma degli Uffici e Servizi della CEI, una riforma che entrerà in vigore entro il prossimo anno e che mira a migliorare l’efficienza e l’organizzazione della conferenza.

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