L’amministrazione fiorentina sollecita lo “ius soli sportivo”. Il c.t. della nazionale: “Questa è la strada, siamo in ritardo rispetto ad altri Paesi”
Roma – 25 novembre 2013 – Se la montagna non va da Maometto, Maometto va dalla montagna. Dopo la vittoria del ricorso contro il bando discriminatorie del Servizio Civile Nazionale, quello dello ius soli sportivo è l’ennesimo metodo per scavalcare i limiti della 91 del 1992, una legge troppo obsoleta per la società in cui viviamo oggi. Se il parlamento arranca a modificare le normativa sull’acquisizione della cittadinanza, ci pensano le federazioni sportive a facilitare la vita alle seconde generazioni, almeno nello sport.
Il Consiglio Comunale di Firenze ha approvato una risoluzione per introdurre lo “ius soli sportivo” per i giovani atleti di origine straniera nati e cresciuti in Italia. Riconoscere lo “ius soli sportivo” vuol dire che ogni cittadino nato su territorio nazionale, in occasione del tesseramento sportivo, verrà considerato italiano a tutti gli effetti.
“Con la nostra iniziativa siamo riusciti a riportare il tema all’attenzione dello sport italiano e siamo convinti che presto le Federazioni potranno introdurre queste norme nei regolamenti per dare gli stessi diritti a tutti i giovani che praticano sport”. Lo dice Michele Pierguidi, promotore e primo firmatario della mozione, approvata dal Consiglio, sottoscritta anche da Francesco Bonifazi, capogruppo Pd in Palazzo Vecchio e parlamentare che si è fatto promotore alla Camera dei Deputati di un provvedimento analogo.
“Ad aprire la strada era stata la Federazione Italiana Hockey – sottolinea il consigliere comunale Pierguidi – che ha approvato un documento grazie al quale considera italiani tutti gli atleti nati in Italia, ma ora, grazie alla nostra iniziativa, anche le altre Federazioni tratteranno seriamente l’argomento. A partire dalla Fidal, la Federazione Italiana Atletica Leggera, che nel consiglio federale aprirà la partecipazione ai campionati italiani anche agli atleti nati in Italia da genitori stranieri”.
Oggi questo come tema ha attivato l’attenzione nazionale e in modo particolare di Cesare Prandelli, in Commissario Tecnico della nazionale di calcio italiana.
Prandelli, da sempre sensibile al tema delle seconde generazioni, contro il razzismo e le discriminazioni, sabato a Orzinuovi (Brescia), suo paese natale, ha lanciato un messaggio forte e chiaro.
“Lo ius soli è un obiettivo del Coni, rilanciato fortemente dal presidente Malagò e di conseguenza anche il nostro, come Figc”. Lo ha dichiarato l'allenatore a margine della presentazione della seconda edizione della Junior Tim Cup, torneo dedicato agli oratori italiani e organizzato dal Csi, Centro sportivo italiano, dalla lega calcio di Serie A e da Tim.
Il c.t, in particolare ha focalizzato l’attenzione sulla necessità di consentire il tesseramento alle Figc ai figli di immigrati nati in Italia privi di cittadinanza, che per legge devono attendere il compimento dei 18 anni prima di scendere in campo.
«La Federazione ci sta pensando e anche il Coni. Se Malagò dà degli indirizzi in questo senso – afferma Prandelli – siamo felici perché questa è la strada che dobbiamo percorrere. Tra l’altro siamo in ritardo rispetto ad altri Paesi che hanno già preso questa decisione”.
Samia Oursana
Italianipiu.it, il portale delle seconde generazioni