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La clandestinità diventa un’aggravante

Le altre novità del decreto sicurezza. Espulsioni più facili dopo una condanna e più poteri ai sindaci Roma  – 27 maggio 2008 –  Oltre al giro di vite sugli affitti , le altre norme entrate in vigore oggi colpiscono gli stranieri che non rispettano la legge su altri fronti, al di là dell’immigrazione clandestina.

In particolare, se un cittadino straniero senza permesso di soggiorno commette un reato mentre si trova irregolarmente in Italia, scatta un’aggravante e quindi la pena prevista per quel reato viene aumentata fino a un terzo. È stata invece affidata a un disegno di legge, che passerà al vaglio di Camera e Senato, la proposta di introdurre un vero e proprio reato di ingresso clandestino.

Da oggi può essere espulso o allontanato chi, extracomunitario o comunitario, è stato condannato in via definitiva a pene superiori ai due anni, mentre prima per il rimpatrio serviva una pena di almeno dieci anni. Chi rimane in Italia nonostante l’ordine di espulsione o allontanamento pronunciato dal giudice è punito con la reclusione da uno a quattro anni.

Il decreto legge cambia anche il nome ai Cpt, che da oggi diventano "centri di identificazione ed espulsione". Nei programmi del governo c’è anche una prolungamento da due a diciotto mesi del tempo massimo di trattenimento in queste strutture, ma questa ipotesi è affidata al disegno di legge.

Ai sindaci vengono riconosciuti più poteri per l’ordine e la sicurezza pubblica. Vigileranno e potranno adottare provvedimenti in materia, informandone il prefetto, secondo gli atti di indirizzo del Viminale.

Pugno duro, infine, contro la contraffazione. La polizia potrà distruggere la merce tre mesi dopo il sequestro, informandone il giudice e conservando da utilizzare a fini giudiziari.

EP

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