Roma, 20 maggio 2025 – La Commissione Europea ha presentato oggi una nuova proposta legislativa che mira a semplificare e rendere più efficiente l’applicazione del concetto di “Paese terzo sicuro” da parte degli Stati membri. La misura si inserisce in un contesto di crescente pressione sui sistemi di accoglienza e si propone di accelerare le procedure di asilo, ridurre i ritardi e contrastare gli abusi, garantendo al contempo il rispetto dei diritti fondamentali.
Le principali novità della proposta
Uno degli elementi più significativi della proposta è la rimozione dell’obbligo di un “collegamento personale” tra il richiedente asilo e il Paese terzo sicuro. Fino ad oggi, infatti, era necessario dimostrare una qualche forma di legame con il Paese terzo (come parentela, precedenti soggiorni, o legami culturali) affinché potesse essere considerato sicuro per il ritorno del richiedente. D’ora in avanti, sarà il diritto nazionale a definire cosa costituisce un “collegamento”.
Inoltre, il semplice transito attraverso un Paese terzo sicuro potrà essere considerato un criterio sufficiente per applicare il concetto. Anche in assenza di transito o collegamento, gli Stati membri potranno inviare richiedenti asilo in Paesi terzi sicuri con i quali esistano accordi o intese bilaterali.
Tali accordi o intese dovranno garantire che la domanda di protezione sia effettivamente esaminata nel Paese terzo e che i richiedenti ricevano protezione effettiva, qualora ne abbiano diritto. Questo è un punto fondamentale per preservare il principio di non respingimento e assicurare che non vi siano rischi concreti di danni gravi, persecuzioni o violazioni della libertà per motivi di razza, religione, nazionalità, gruppo sociale o opinioni politiche.
Esclusione per i minori non accompagnati
La proposta non si applicherà ai minori non accompagnati, i quali continueranno a beneficiare di protezioni speciali, in linea con le convenzioni internazionali e la normativa dell’UE.
Effetto sospensivo dei ricorsi e trasparenza sugli accordi
Un altro cambiamento rilevante è la revoca dell’effetto sospensivo automatico dei ricorsi contro decisioni di inammissibilità basate sul concetto di Paese terzo sicuro. In pratica, ciò significa che il ricorso non impedirà automaticamente il trasferimento del richiedente, salvo decisione contraria dell’autorità competente.
Infine, per garantire trasparenza e coerenza con il diritto dell’Unione, gli Stati membri saranno tenuti a notificare alla Commissione e agli altri Stati eventuali nuovi accordi con Paesi terzi sicuri, prima della loro conclusione. Ciò permetterà alla Commissione di verificare che tali Paesi rispettino i criteri stabiliti dal diritto europeo, tra cui l’assenza di rischio di persecuzioni, la possibilità di chiedere asilo e la garanzia di un sistema di protezione efficace.
Questa riforma, se approvata, potrebbe avere impatti significativi sulle politiche migratorie europee, aprendo la strada a una gestione più esternalizzata e selettiva delle domande di asilo, ma anche sollevando interrogativi sul rispetto effettivo delle tutele giuridiche nei Paesi terzi coinvolti.