Roma, 20 ottobre 2023 – La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) ha emesso una sentenza contro l’Italia, affermando che tre migranti tunisini hanno subito un trattamento “inumano e degradante” durante la loro permanenza sull’isola italiana di Lampedusa. I migranti, arrivati clandestinamente sulle coste italiane tra il 2017 e il 2019, sono stati collocati in un centro di accoglienza sull’isola, dove hanno trascorso diverse settimane in condizioni estremamente precarie.
La CEDU ha esaminato attentamente il caso dei tre migranti e ha rilevato diverse violazioni dei loro diritti umani durante il loro soggiorno a Lampedusa. In particolare, è stata evidenziata la mancanza di adeguate condizioni igieniche nel centro di accoglienza, con soli due servizi igienici a disposizione di 40 persone. Inoltre, la sovraffollatura del centro ha costretto alcune persone a dormire all’aperto su materassi improvvisati.
Un aspetto significativo della sentenza è stato l’asserzione della CEDU che i migranti erano stati “arbitrariamente privati della loro libertà” in assenza di un ordine giustificante la loro detenzione. Questo ha violato l’articolo 5 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, che stabilisce il diritto di ogni persona detenuta ad essere informata dei motivi della sua detenzione e di esercitare il diritto di ricorso.
Di conseguenza, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha ordinato all’Italia di risarcire i tre migranti con un importo di 9.000 euro ciascuno. Questo risarcimento rappresenta una forma di riparazione per le sofferenze subite dai migranti a causa delle condizioni inumane e degradanti a cui sono stati sottoposti a Lampedusa.