Riunite fino a domenica a Palermo 25 società nazionali della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa dell’area del Mediterraneo
L’incontro segue l’orientamento assunto lo scorso novembre dal movimento: priorità all’immigrazione, in particolare agli irregolari. Che vuol dire, assicurare il sostegno umanitario in ogni caso, indipendentemente dallo stato giuridico della persona che ne ha bisogno.
Prende corpo quindi da Palermo la mobilitazione della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa a favore di quei duecento milioni di migranti nel mondo, per lo più donne, molti dei quali raggiungono l’agognata meta affamati, moribondi, feriti, violentati, a volte cadaveri. "Il nostro obiettivo – ha tenuto a dire il presidente della Cri, Massimo Barra – non è politico ma umanitario, e soprattutto operativo. La nostra collaborazione assume un valore particolare per la pace nel mondo, vista l’area geografica in cui si colloca".
Presenti all’iniziativa, fra gli altri, Mario Morcone, capo dipartimento libertà civili e immigrazione del Ministero dell’interno e il sottosegretario alla solidarietà sociale Cristina De Luca. Testimonial, Emanuele Filiberto di Savoia, che ha sostenuto la necessità, per gli immigrati, di interventi umanitari e di accoglienza. I rappresentanti internazionali della Federazione (Christopher Lamb e Trygve G. Nordby) hanno auspicato che "nel 2008 si possa trovare una nuova politica nella Croce Rossa, così che possa pesare in modo importante sui governi". Sottolineato, inoltre, che "i migranti sono soggetti di diritto. Le autorità non possono ignorare i trattati internazionali, indipendentemente dalle leggi nazionali. Nessuna giustificazione può sostenere la potenziale paura dei governi nell’assicurare l’assistenza ai migranti".
"La Federazione – è stato anche detto – è pronta ad agire, anche con ong, privati, governi. Le nostre forze devono assicurare la protezione dei migranti". Morcone si è soffermato sul "modello Lampedusa che ormai è diventato uno standard a livello europeo. In questo centro c’é una rapida identificazione delle persone, l’accoglienza di minori, un clima di fiducia. Stiamo cercando – ha detto – di fare la stessa cosa anche in altri centri". De Luca ha parlato del ruolo delle donne – piu vulnerabili degli uomini – ai fini dell’integrazione: "é più facile costruire percorsi di integrazione a partire alle donne, valorizzando le loro modalità di porsi e la loro capacità di far fronte alle complessità. A loro va offerto tutto il supporto necessario così che non siano l’anello debole della catena migratoria".