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La Francia all’Ue: regolarizzazione caso per caso

E’ il primo obiettivo della prossima presidenza francese della Ue in tema di immigrazione BRUXELLES, 27 giugno 2008 – Evitare qualsiasi "regolarizzazione generale ed incondizionata" preferendo delle "regolarizzazioni caso per caso, a titolo eccezionale, per dei motivi umanitari o economici", questo il primo obiettivo della prossima presidenza francese della Ue in tema di immigrazione illegale.

Oggi a Parigi i funzionari del ministero degli interni francese presenteranno agli esperti degli Stati membri il "Patto europeo per l’immigrazione e l’asilo" già annunciato da Nicolas Sarkozy e che verrà illustrato ufficialmente ai ministri degli interni dei 27 il 7 e 8 luglio nel Consiglio informale di Cannes. Sempre nel campo dell’immigrazione illegale, la presidenza francese invita "gli Stati membri a lottare con la massima fermezza, prevedendo sanzioni dissuasive e proporzionate contro le persone che sfruttano gli stranieri in situazione irregolare" facendo loro contratti in nero o affittando loro un immobile. Parigi chiede anche un maggior coordinamento per evitare che chi ha usufruito di aiuti per "il rimpatrio su base volontaria non ritorni abusivamente nella Ue". I tecnici dei 27 dovrebbero iniziare a studiare il Patto francese a partire dal 17 luglio.

Secondo quanto previsto dal Patto, la Francia propone di chiudere le porte ai clandestini ed aprirle ai lavoratori "altamente qualificati", studiando delle politiche di "immigrazione professionale che tengano conto delle necessità dei mercati del lavoro" nazionali.

Il Patto punta tutto sul concetto "di immigrazione scelta", in pratica sull’ammissione nella Ue dei soli lavoratori di cui gli Stati membri hanno bisogno e per il periodo di tempo di cui hanno bisogno. Per questo Parigi propone ai 27 di prediligere nello studio dei flussi e nella definizione delle quote "la migrazione temporanea o circolare", due proposte della Commissione che prevedono rispettivamente l’ingresso in Europa solo per i periodi di tempo in cui è richiesta mano d’opera o personale specializzato.

La prossima presidenza francese vuole inoltre rendere più difficile il ricongiungimento familiare e propone a tutti i 27 di imporre agli immigrati i principi che sono alla base del cosiddetto "contratto di integrazione" come "l’apprendimento della lingua e l’impegno a rispettare la legge del paese di accoglienza".

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