“Mandano nei nostri nidi i loro figli chiassosi ed arroganti”. Saggetto ornitologico del Carroccio a Mariano Comense
Roma – 14 giugno 2011 – Tra Mariano Comense e Lampedusa ci sono almeno millecinquecentochilometri di terraferma e mare.
Eppure, gli sbarchi sull’isola siciliana non fanno dormire sonni tranquilli all’amministrazione leghista che guida il piccolo comune brianzolo. La spinge a riflettere, a cercare spiegazioni. E a partorire finalmente un paragone ornitologico: i musulmani sono come i cuculi, uccelli opportunisti per eccellenza, pronti a farsi allevare i figli dagli altri.
È scritto sul numero di maggio dell’Informatore Comunale, giornalino dell’amministrazione che lascia qualche pagina ai gruppi consiliari, perché possano dire la loro. Nell’ultimo numero, il Popolo delle Libertà riflette ad esempio sull’ Unità d’Italia, il Partito Democratico protesta contro l’apertura di un Centro Commerciale. Lo spazio dei leghisti è occupato invece da un saggetto sulla “Differenza fra CUCULI e CUCÙ”.
L’anonimo autore ricorda “una delle prime lezioni di scienze naturali alle elementari” dedicata al pennuto. “Come tutti sanno – scrive – questo uccello mette le sue uova nel nido di altri uccelli e, quando nascono i piccoli, quelli del cuculo – più grossi, chiassosi e prepotenti – buttano letteralmente fuori dal nido i figli dei padroni di casa”.
Poi il racconto si sposta nel cortile dove il leghista ha passato l’adolescenza. Lì c’erano i“cucù, bambini e adulti un po’ fresconi che si lasciavano abbindolare facilmente”. Da una parte i cuculi, dall’altra i cucù, si rischia di fare confusione e l’autore ammette di essersi “sempre chiesto come mai i due termini, indicanti lo stesso pennuto, avessero un significato antitetico in italiano e nella cultura popolare”.
La risposta al terribile dilemma è arrivata con gli sbarchi a Lampedusa e, più in generale, con l’immigrazione clandestina in Italia.“Ho capito. Il popolo dei musulmani che manda nei nostri nidi le proprie eccedenze demografiche fatte di giovani chiassosi ed arroganti, che gridano sì “libertà”, ma che pretendono anche di essere nutriti, curati ed alloggiati …è il popolo dei CUCULI”.
“Mentre quell’altro popolo (cioè NOI) che, un po’ per indole naturale, un po’ perchè a catechismo da bambini gli hanno insegnato di aiutare il prossimo e di porgere l’altra guancia se venivano offesi, un po’ perchè costretto dalle circostanze, sta subendo questo stato di cose.
Ovviamente quest’ultimo non può essere che il popolo de CUCÙ”.
Secondo il leghista i musulmani (ma perché, tra tutti gli immigrati, solo loro?) sarebbero insomma invasori opportunisti. Le vittime dei suoi insulti, però, non se la prendano. L’autore stesso ammette, in fine dei conti, di essere un fesso. Pardon, un cucù.
Elvio Pasca