Il Tribunale di Milano manda la legge sull’immigrazione al giudizio dell’Ue Roma, 26 gennaio 2011 – Il tribunale di Milano ha deciso di inviare alla Corte europea la legge Bossi-Fini, prima di prendere una decisione sul caso di un rimpatrio di un cittadino senegalese.
Come anticipa questa mattina il Corriere della Sera, il tribunale di Milano, dopo i casi di Firenze e Torino, in cui i pm non hanno applicato la normativa perché in contrasto con le indicazioni europee sui rimpatri (115/2008), ha deciso di avvalersi del giudizio dell’Ue su un argomento specifico della legge, ovvero quello della tutela della libertà personale dello straniero.
Gli articoli della Bossi-Fini contestati dal tribunale di Milano sono quelli che consentono di condannare al carcere gli irregolari anche per una inosservanza dell’ordine di allontanamento nella procedura di rimpatrio. In questo modo, dice il tribunale “si eludono le garanzie imposte dalla direttiva europea consentendo di privare lo straniero della propria libertà personale in forza di un titolo formalmente distinto dal trattenimento, per periodi più lunghi da quello previsto di 18 mesi e a condizioni diverse da quelle prescritte”.
Secondo il tribunale, questa legge entra in conflitto con la direttiva europea perché ne aggira le condizioni imposte. Per questo motivo i giudici milanesi hanno preferito attendere la decisione della Corte di giustizia europea per fare chiarezza sulla corretta interpretazione da parte dell’Italia della direttiva europea.
Marco Iorio