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La Mare Jonio torna in mare insieme a un gommone donato da Ghali

Roma, 14 marzo 2023 – Con qualche mese di ritardo, la nave Mare Jonio è finalmente pronta a tornare nelle acque del Mediterraneo. Ed effettuare soccorso ai migranti. Tra l’altro, grazie alla donazione dell’associazione del cantante Ghali, questa volta avrà una mano un più: l’imbarcazione Bayna. Il gommone è il motivo anche dei ritardi: la sua realizzazione, e la sua autorizzazione, infatti, hanno richiesto mesi di cantiere a Trapani e nuovi documenti per la navigazione. Tra questi, anche il certificato di bandiera inserito come oggetto necessario nel decreto Piantedosi di gennaio.

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Migranti, la nave Mare Jonio è pronta a tornare nel Mediterraneo

La nave della Ong veneta Mediterranea Saving Humans, quindi, è ora pronta a tornare agli interventi di soccorso dei migranti. “Contiamo di ripartire in missione a fine mese. Il nostro impegno nell’attività di monitoraggio però non si è mai fermato”, ha dichiarato Beppe Caccia, armatore di Mediterranea. Rispetto all’ultimo naufragio avvenuto a 110 miglia da Bengasi, poi, Caccia ha aggiunto: “E’ un naufragio che ha una precisa responsabilità politica. Alarm Phone) aveva lanciato l’allarme e il barchino era stato avvistato per tempo da Sea Bird, ma non è scattato l’intervento”.

All’Europa, invece, la quale segnala che “non si poteva intervenire perché l’imbarcazione era in acque libiche”, Caccia risponde in modo chiaro e conciso: “Si è anteposta la logica del contrasto all’immigrazione al salvataggio di una barca stracarica e in condizioni precarie“. “L’Europa mente, il naufragio è avvenuto in acque internazionali ed è conseguenza anche del suo comportamento”, è poi il commento di Luca Casarini, capomissione di Mediterranea. “Le navi militari erano lì, ma non si sono mosse pur avendo ricevuto il messaggio di allarme diffuso dal centro di controllo di Roma”, hanno aggiunto inoltre i due. Il fatto è ritenuto “gravissimo, perché quando scatta l’allerta la Convenzione di Amburgo impone di intervenire a ogni nave presente”.

E invece le cose sono andate diversamente: “Si è atteso che la Libia dicesse che non era nelle condizioni di agire. Si stanno violando tutta una serie di convenzioni internazionali, non da ultima quella di Ginevra sul diritto di asilo. Che la Libia non ha mai sottoscritto”, ha infatti sottolineato Caccia. “La Libia non opera soccorsi in mare, ma catture di fuggiaschi dai lager e li riporta in quei centri terribili da cui fuggono: l’Europa ha deciso di dichiarare la sua complicità con queste violazioni dei diritti umani, mi sembra materia per il tribunale penale internazionale”, ha poi aggiunto Casarini.

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