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La proposta di Sacconi: “Cittadinanza a punti per integrazione graduale”

Il ministro proporrà entro l’anno ”un piano nazionale per l’integrazione" Roma, 23 novembre 2009 – "La soluzione di una sorta di ‘cittadinanza a punti’ può definire e monitorare un percorso di integrazione di chi vuole diventare italiano, passando da criteri meramente cronologico-quantitativi a requisiti anche di tipo valutativo-qualitativi".

A lanciare l’idea e’ il ministro del Lavoro, Maurizio sacconi, in un intervento al Corriere della sera.

Il titolare del dicastero del Welfare annuncia quindi che entro l’anno proporrà ”un piano nazionale per l’integrazione nella sicurezza dall’emblematico titolo ‘identità e incontro”’. Esso rappresenta il secondo essenziale pilastro di una politica ”che sappia tenere insieme legalita’ e inclusione, completando cosi’ il percorso iniziato con il ‘decreto sicurezza”’. Il recente decreto sicurezza, ricorda il ministro, ”ha introdotto il cosiddetto ‘accordo di integrazione’, articolato per decreti, condizione necessaria per ottenere il permesso di soggiorno.

La sottoscrizione di questo accordo non potra’ essere riducibile a un gesto simbolico ma sara’ vincolante per le parti. Quali doveri e quali diritti dunque per gli immigrati?”. Le istituzioni, spiega Sacconi, dovranno offrire ”un’effettiva opportunita’ all’integrazione, garantendo la parita’ di accesso al lavoro, alla conoscenza e alle prestazioni sociali, nel presupposto di una stabile residenza e del rispetto delle leggi”. Gli immigrati, invece, sono chiamati a tre impegni: l’osservanza delle regole, il rispetto dell’identita’ nazionale e la conoscenza della lingua.

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